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La buona scuola? Sel e Querzè dialogano sulle scelte del Governo

Sinistra ecologia libertà Modena e Per me Modena sul tema della Buona scuola e sulla iniziativa di ieri sera alla sala Giacomo Ulivi di Modena

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Lunedì alla Sala Ulivi si è parlato di scuola. Si è discusso pubblicamente della proposta che vorrebbe avanzare il Governo Renzi, la cosiddetta “Buona Scuola”, alla presenza dei corpi sociali che vivono nel mondo dell’istruzione. Di fronte ad una sala gremita, sotto la direzione del coordinatore di Sinistra ecologia libertà Modena Andrea Bosi, sono intervenuti la senatrice di SEL Alessia Petraglia (Commissione Scuola), Adriana Querzé (capogruppo di Per me Modena), Stefano Colombini (segretario provinciale FLC CGIL), Gabriele Guaitoli (coordinatore UDU Modena) e Marianna Lucarini (candidata di SEL alle prossime elezioni regionali).

Sono emerse forti critiche all’impostazione della “Buona Scuola” che ricorda in troppi suoi passaggi la vecchia proposta di legge Aprea. In particolare i relatori hanno espresso preoccupazione per la visione troppo aziendalista che questo disegno politico vorrebbe introdurre negli istituti, la mancanza del rinnovo di un contratto che è bloccato da troppi anni, la totale assenza del diritto allo studio e la scarsa omogeneità di un progetto aleatorio e non condiviso.

In tutta l’Europa si investe sull’istruzione, in Italia no. Si è voluto sottolineare la mancata volontà politica di incrementare i fondi pubblici per le scuole del Governo Renzi: le tanto sbandierate stabilizzazioni di 148.000 insegnanti precari infatti, non sono il frutto di una convinta scelta politica ma solamente la necessità di regolarizzare una situazione insostenibile come ci impone la Corte di Giustizia Europea. Per rispondere a questo modello antico di scuola, si è discusso anche della LIP, la legge di iniziativa popolare per una Buona Scuola, una proposta emersa dal basso che si distingue da quella del Governo per la centralità del sistema pubblico e perché considera l’istruzione un diritto e non un prodotto aziendale.

Vi è la volontà da parte dei soggetti che hanno partecipato alla serata di ieri di continuare un percorso di incontro della cittadinanza per spiegare i contenuti della “Buona Scuola” del Governo e per promuovere insieme un modello di scuola alternativo: pubblico, laico, inclusivo e democratico. È il momento di condurre una battaglia politica per difendere e ampliare un sistema di successo ed è ora di farlo insieme, unendo le diverse competenze al servizio di un progetto comune di più alto valore: la difesa della scuola pubblica e il suo rilancio.

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