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Congressi Pdl, Bertolini: "La camorra nel Pdl in Emilia Romagna"

Le pesanti accuse della coordinatrice uscente sono state lanciate in un'intervista rilasciata al sito Linkiesta: "Anomalie nelle iscrizioni: il 10% delle tessere in mano a persone vicine alla malavita"

Le accuse sono pesantissime, ma quello che indebolisce l'argomentazione è la mancanza di nomi e, soprattutto, di evidenze certe capaci di costruire la cosiddetta "prova provata". Isabella Bertolini, intervistata ieri sera dal sito internet Linkiesta, ha lanciato attacchi gravissimi in vista del prossimo congresso provinciale che, saltato per neve questo sabato, dovrebbe tenersi il prossimo 25 febbraio. Come già anticipato diversi mesi fa, la coordinatrice uscente del Pdl modenese avrebbe evidenziato anomalie nel tesseramento soprattutto nei comuni di Castelfranco Emilia e San Cesario, quest'ultimo "un comune dove conosciamo bene chi sono i nostri elettori - ha spiegato la vicepresidente dei deputati Pdl - Paese rosso, qui i nostri simpatizzanti sono da sempre 20, 30 al massimo. Come è possibile che di colpo gli iscritti al Pdl siano raddoppiati? Gente mai vista a un convegno, a una manifestazione a un’elezione. E guarda caso tutti i tesserati provengono dalla stessa zona d’Italia. Nulla di razzista, ci mancherebbe. Ma è chiaro che il dubbio viene".

I SOLITI SOSPETTI - Per la Bertolini, è motivo di sospetto, e non di felicitazione, il fatto di avere raccolto così tante tessere, 6mila: "Un numero troppo alto - ha osservato - Anche perché in questa provincia (di simpatie politiche storicamente diverse, ndr) i nostri elettori non si tesserano volentieri". Come già enunciato, sono due i comuni sotto la lente di ingrandimento, comuni già noti per la radicata presenza della criminalità organizzata: "Non è un segreto che la provincia di Modena sia un territorio di grande interesse per alcuni dei principali clan camorristici - continua Isabella Bertolini - Specie quelli con interessi legati al business dell’edilizia. Un fenomeno che interessa in particolare Modena, il basso modenese, il comune di Castelfranco Emilia".

PROVENIENZA GEOGRAFICA - A fare sussultare la lady di ferro berlusconiana sarebbero state almeno 600 tessere tutte sottoscritte da persone originarie del casertano e di alcune città calabresi: "Mi sono arrivate molte segnalazioni - continua - e ho controllato personalmente. Dopo aver verificato nome per nome, il mio dubbio è diventato certezza”. Tutte le tessere, manco a dirlo, sarebbero state raccolte negli stessi comuni modenesi, realtà “già monitorate dalle forze dell’ordine per la presenza della criminalità organizzata”. Come successivamente approfondito dal Fatto Quotidiano, gli iscritti sospetti sarebbero tutti nei comuni di Nonantola, Ravarino, Castelfranco e San Cesario: oltre a cognomi "pesanti" come Zagaria, i nuovi tesserati sarebbero tutti originari di Casal di Principe, Casapesenna e San Cipriano d'Aversa.

ACCUSE PRETESTUOSE - Stando a quanto dichiarato dalla deputata a Linkiesta, le iscrizioni a rischio sarebbero state tutte a sostegno della lista presentata avversaria guidata dalla triplice alleanza Aimi, Giovanardi e Samorì: “Si tratta di accuse pretestuose -  ha replicato un imbufalito Aimi - Il Pdl si vanta di aver raccolto un milione duecentomila tessere in tutta Italia e poi c’è gente che si lamenta perché ne abbiamo sottoscritte troppe: 6mila tessere in un territorio dove il partito prende 100mila voti, tra l'altro, non rappresentano un dato eccezionale. An, Forza Italia e Popolari liberali raccoglievano un numero di tessere ancora maggiori”. Lo stesso Aimi, però, ammette la presenza di qualche nome sospetto: "In realtà anche io mi sono accorto di qualcosa - ha detto - Così ho cercato nelle mie liste e ho trovato alcune persone che a mio giudizio non avrebbero dato lustro al Pdl”. Si tratta di circa una ventina di nomi, di "Persone con precedenti penali che volevano entrare nel partito, credo che si siano tesserate sul web, le ho fatte togliere immediatamente dalle liste".

NON FINISCE QUI - “Si tratta di pochi nomi - ha rilanciato la Bertolini - presi a caso dalla lista e cancellati”. La coordinatrice uscente, inoltre, avrebbe già portato il caso all'attenzione del partito (addirittura un gruppo di tesserati avrebbero scritto anche ad Alfano), ma ha detto di non avere ancora ricevuto riscontro: "A un tavolo nazionale avevo spiegato che qui a Modena la situazione stava diventando preoccupante - ha riferito - Avevo proposto a tutti i dirigenti locali di fare un passo indietro. Ma sto ancora aspettando. Mi amareggia molto pensare che il mio partito sottovaluti questi problemi. Credo che siamo proprio noi politici ad avere il dovere di fare muro contro i tentativi della criminalità organizzata di infiltrarsi nei partiti”. La questione, però, pare sia solamente all'inizio: Isabella Bertolini, infatti, ha annunciato nei prossimi giorni la convocazione di una conferenza stampa per denunciare pubblicamente la cosa. "È mio dovere - ha concluso - A stare in silenzio si diventa complici”.

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