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Istituti comprensivi, la riorganizzazione scolastica del Comune fa discutere

Parte il confronto tra l'assessore Gianpietro Cavazza i docenti, le famiglie e Quartieri, sul progetto dei dieci istituti comprensivi che rivoluzioneranno la rete delle scuole cittadine. Critiche dai sindacati: “Tagliano autonomie scolastiche e posti di lavoro”

Dieci istituti comprensivi per riorganizzare la rete scolastica, accorpando le attuali scuole elementari e medie per “semplificare” la rete dell'istruzione 6-14 anni, che oggi coinvolge oltre 13.000 bambini e ragazzi. È questo il piano attivato ormai da molto tempo dall'Amministrazione Comunale, che ha subito una nuova accelerazione dall'Assessorato all'Istruzione. “Educare insieme” il tema vede da tempo impegnato un gruppo che comprende dirigenti scolastici e del settore Istruzione del Comune, con la collaborazione dell’Ufficio scolastico regionale. 

A novembre il Consiglio Comunale dovrà esprimersi sul progetto, che la settimana scorsa è approdato in commissione. In questi giorni – con una prima assemblea il 28 ottobre – è partito il percorso per condividere con docenti, famiglie, parti sociali e Quartieri l’ipotesi concreta elaborata dal gruppo di lavoro, che per ora non ha ancora raggiunto un alto grado di pubblicità al di fuori degli addetti ai lavori.

Una scarsa informazione che è anche in cima alle preoccupazioni delle sigle sindacali della scuola, che si sono già espresse bocciando il progetto dell'Amministrazione: “Modena e Carpi si dimostrano gli unici a livello regionale che, discostandosi dalle linee di indirizzo della regione Emilia-Romagna, tagliano autonomie scolastiche e posti di lavoro", dichiarano Flc-Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda. I sindacati lamentano poi una mancanza di coinvolgimento nella stesura del piano: le sigle prevedono infatti che saranno convocate dalla giunta "a cose fatte e solo dopo ripetuta sollecitazione, ad oggi non c'è una data di incontro fissata".

Si preannuncia quindi un braccio di ferro, non solo sindacale, ma anche con alcune di quelle singole realtà scolastiche che, in un progetto complessivo, potrebbero essere penalizzate dai cambiamenti. Il nuovo sistema di assegnazione alle scuole sarà organizzato su base territoriale seguendo gli stradari delle primarie e il passaggio alla secondaria avverrà, su scelta della famiglia, ma in modo pressoché automatico, mentre allo stato attuale le scuole secondarie utilizzano stradari diversi. Inevitabile, però creare quaclche criticità nei primi anni di entrata a regime del nuovo sistema.


 

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