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Fusione tra Lama Mocogno e Montecreto: referendum entro il 2018, poi nuove elezioni

La Giunta regionale vara un progetto di legge per avviare l'iter istituzione della nuova realtà amministrativa. Petitti: "Favorire questa dinamica di partecipazione, alla fine prevarrà la strada scelta dai cittadini attraverso un referendum democratico"

La Giunta regionale ha approvato oggi il progetto di legge per l’istituzione di uno nuovo Comune che potrebbe nascere dalla fusione dei municipi di Lama Mocogno e Montecreto, nella provincia di Modena. La decisione della Giunta regionale fa seguito all’istanza congiunta del 21 maggio scorso con la quale i sindaci di Lama Mocogno e Montecreto hanno chiesto alla Giunta regionale di presentare un progetto di legge per la loro fusione.

La fusione è prevista con decorrenza dal 1 gennaio 2019, previo espletamento di un referendum consultivo che si prevede di organizzare nel mese di ottobre. Le elezioni degli organi del nuovo Comune potranno avvenire solo nella primavera 2019, mentre gli attuali organi comunali decadranno dal 1 gennaio 2019. Pertanto i primi mesi del 2019 il Comune nascente da fusione dovrebbe essere retto da un Commissario prefettizio.

“La Regione- commenta l’assessora al Riordino istituzionale Emma Petitti- come sempre intende mettere a disposizione tutti gli strumenti per cercare di favorire questo percorso di partecipazione, con l’obiettivo di fornire i migliori servizi, cercando di mantenere, ove possibili, costi sostenibili. Alla fine del percorso prevarrà la strada scelta dai cittadini attraverso un referendum democratico”.

Lamo Mocogno e Montecreto in cifre - Nel Comune di Lama Mocogno all’1 gennaio 2017 risultavano 2.716 abitanti su una superficie di 63,75 chilometri quadrati, mentre a Montecreto i residenti, alla stessa data erano 931 su una superficie di 31,15 chilometri quadrati.
I due Comuni fanno parte dell‘Unione del Frignano, istituita nel 2014 a seguito della soppressione della Comunità montana, alla quale hanno conferito diverse funzioni tra le quali lo Sportello unico attività produttive, i Servizi informatici, la Polizia municipale, i Servizi sociali e la Protezione civile. Sono tra loro vicini e ricompresi nel distretto socio-sanitario “Pavullo nel Frignano” e nell’Ambito Territoriale del Frignano.
La superficie complessiva derivante dalla possibile fusione risulterà di circa 95 kmq per un totale di 3.647 abitanti e il Comune che potrebbe nascere potrà contare su contributi regionali e statali. Nel caso specifico, quelli regionali ammonterebbero a 56.195 euro all’anno (561.950 in dieci anni) e quelli statali a 723.110 l’anno (7.231.100 in dieci anni) per un totale annuo di 779.3005 euro (7.793.050 euro nell’arco di dieci anni).

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