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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

L’Altra Emilia-Romagna, sarà Stefano Lugli il candidato alla presidenza della Regione

Dopo Bonaccini un altro modenese in corsa per la Presidenza, in alternativa (a sinistra) proprio alla proposta politica del Pd. "Per una regione giusta, pubblica e sicura. L’alternativa c’è"

L’Altra Emilia-Romagna, dopo cinque anni all’opposizione della giunta Bonaccini, conferma la propria collocazione di alternativa ai poli politici esistenti, rifiuta ogni ipotesi di alleanza con il Pd e candida alla presidenza della regione Stefano Lugli. 45 anni, laurea in scienze politiche, Lugli ha alle spalle una lunga carriera politica sul territorio, in particolare a Finale Emilia, dove è consigliere comunale per una lista civica d’opposizione. Lavora all’ufficio cultura del Comune di Concordia sulla Secchia.

Attualmente è segretario regionale di Rifondazione Comunista, forza politica che fa parte del progetto L’Altra Emilia-Romagna, insieme ad attivisti impegnati in liste civiche, movimenti e vertenze territoriali, nonché esponenti del Partito Comunista e del Partito del Sud.

"La collocazione di alternativa nasce non da un pregiudizio ideologico ma da un giudizio di merito negativo rispetto alle politiche ambientali, territoriali e sociali della giunta Bonaccini. La Lega è il principale avversario, ma se è cresciuta è perchè sono state fatte politiche sbagliate e non la si sconfigge prescindendo dai contenuti. L’autonomia regionale è l’esempio più eclatante di come Bonaccini abbia legittimato la Lega che ha ancora nello statuto la secessione della Padania. Autonomia non è solo rottura dell’unità nazionale ma significa aprire le porte a ulteriori privatizzazioni. Quindi ci battiamo per il ritiro di qualunque forma di autonomia differenziata", spiega Lugli.

"Giusta, pubblica e sicura" sono le tre parole chiave della campagna elettorale de L’Altra Emilia-Romagna. "Giusta perché vogliamo porre al centro il tema della giustizia sociale e dell’uguaglianza dato che anche nella ricca Emilia-Romagna c’è chi - pur lavorando - resta povero. Giusta perché una società dove le diseguaglianze siano ridotte al minimo finisce per essere una società più sicura anche dal punto di vista della legalità. Pubblica, perché sanità, scuola e beni comuni devono essere messi al servizio dei cittadini e non di assicurazioni o azionisti che lucrano sui bisogni delle comunità. Sicura, perché sicurezza è quella di non rischiare la vita sul lavoro, un lavoro che dev'essere equamente retribuito, anche per le partite IVA e i rider; sicurezza è non respirare aria inquinata un giorno su tre e avere scuole, ospedali e posti di lavoro che non ti crollano in testa alla prima scossa".

"Ci rivolgiamo a tutti coloro che si rifugiano nell’astensionismo e ai delusi di una campagna elettorale che gioca sulla pelle degli emiliano-romagnoli una partita che va al di là delle regionali. A costoro diciamo che anche quando le strade sembrano strette c’è sempre un’alternativa".    

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