rotate-mobile
Politica Via Scudari, 8

"Lega Moderna", il nuovo gruppo consiliare dei ribelli padani

Dopo essere stati espulsi dal Carroccio, Rossi e Bianchini presentano il soggetto che debuterrà lunedì: lunedì verrà deciso se cambiare nome al gruppo leghista attuale o uscire e creare una nuova formazione

La Ghirlandina sul tricolore e la scritta verticale azzurra "Lega Moderna" con la "R" verde in evidenza. Questo il simbolo del nuovo gruppo consiliare che dovrebbe debuttare lunedì in consiglio comunale con i dissidenti leghisti Walter Bianchini e Nicola Rossi, espulsi in settimana dalla segreteria. Quest'ultimo, a livello di regolamento, potrebbe prendere una decisione per certi versi clamorosa dato che potrebbe comportare un esito clamoroso, ovvero la cancellazione del gruppo leghista uscito dalle elezioni del 2009: "Nelle prossime ore decideremo cosa fare - ha detto Nicola Rossi - Io sono ancora capogruppo di Lega Nord per l'Indipendenza della Padania e posso decidere di cambiare il nome in Lega Moderna. Poi starà al terzo consigliere (Stefano Barberini, ndr) decidere se restare o uscire. Oppure, eventualmente, per smorzare i toni potremmo essere noi a lasciare e formare il nuovo gruppo consiliare".

NOME - "Essendo stati eletti con un certo partito - ha detto Walter Bianchini - non abbiamo voluto rompere definitivamente con il passato, io personalmente sono e sarò sempre leghista". Rossi procede sulla stessa falsa riga: "Abbiamo scelto di mantenere sui valori positivi del nostro movimento di provenienza - ha affermato - dando però una caratterizzazione di netto contrasto rispetto alla Lega Nord inserendo la bandiera italiana nel nuovo simbolo". Non a caso, il consigliere Rossi ricevette il primo richiamo ufficiale mezzo raccomandata dopo avere intonato l'Inno Nazionale in occasione del 150esimo dell'Unità d'Italia. E il 'Moderna'? "C'è il riferimento a Modena -  ha spiegato Walter Bianchini - ma anche alla volontà di cambiare passo, guardare alla sostanza e smettere di parlare di secessione".

IDEE - In ogni caso, Lega Moderna sarà un soggetto ultra-federalista: "Siamo estremisti del federalismo - ha approfondito Rossi - Ma sempre in una prospettiva di unitarietà e ci definiamo molto vicini alle posizioni del sindaco di Verona Flavio Tosi". Le amministrative sono ancora lontane, ma i dissidenti padani non escludono ogni possibilità: sarà un anno e mezzo di transizione, poi se il nuovo soggetto sarà capace di raccogliere attorno a sé persone insoddisfatte dei partiti e dei costi della politica, si ragionerà se candidarsi alla prossima tornata elettorale. Alla conferenza stampa di Lega Moderna erano, infatti, presenti alcuni amici di Rossi e Bianchini: "Siamo stanchi dell'atteggiamento dei politici d'oggi - ha dichiarato Andrea Medici, commercialista - Con Walter e Nicola ci siamo riconosciuti in principi comuni da mettere in pratica: è ora di darsi da fare concretamente e di smettere di parlare".

OSPITI - La sala ragioneria del primo piano del Comune di Modena negli ultimi mesi è diventata sinonimo di conferenze stampa "carbonare", da condurre alla chetichella, per cogliere di sorpresa al momento dell'uscita sui giornali, in tv o su internet. Oggi, le cose sono andate diversamente: inavvertitamente, il dissidente Walter Bianchini ha inviato l'invito anche alla casella mail dell'ufficio stampa del Carroccio modenese e, ironicamente, ad accogliere i giornalisti, sono stati il segretario cittadino leghista Stefano Bellei e il militante Filippo Panini. All'arrivo dei dissidenti è stato chiarito l'equivoco con grande educazione: gli ortodossi padani sono usciti dalla sala e il giovane consigliere si è scusato per la svista. Al termine della conferenza, Bellei ha attaccato l'artefice di Lega Moderna: "Nicola Rossi ha una storia politica molto chiara e conosciuta ai più - ha esordito - Ha militato a lungo in un partito che si collocava a destra dello schieramento delle forze politiche. Poi, per questioni contingenti e conoscenze personali, ha deciso di entrare nella Lega Nord, della quale però non ha mai accettato fino in fondo i valori di riferimento e la progettualità politica". L'accusa è pesante: "La cosa avrebbe anche una sua legittimità e avrebbe potuto portare ad una separazione consensuale e amichevole, se non avesse giocato un ruolo importante una sua certa disonestà intellettuale. Anziché dire, come era sua diritto, di non riconoscersi nella volontà di giungere all'indipendenza della Padania e di non condividere la visione del mondo della Lega, Rossi ha preferito imbastire un polverone e di cercare di cambiare la Lega stessa a sua immagine e somiglianza coinvolgendo anche Walter Bianchini per fare vedere di non essere isolato - conclude Bellei - Gli riconosciamo il diritto di non riconoscersi nei programmi della Lega, ma non il diritto di non dire la verità e di infangare il lavoro di tante persone che a differenza sua credono nella Lega e nella sua missione".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Lega Moderna", il nuovo gruppo consiliare dei ribelli padani

ModenaToday è in caricamento