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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Politica. Il movimento Ultima Legione scrive al Presidente del Consiglio

Ultima Legione, movimento politico nato da poco tempo anche in Emilia-Romagna, ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ecco il testo:

Egregio Presidente Giuseppe Conte,

siamo nati per gestire e promuovere attività sociali, culturali e politiche attraverso un impegno di militanza civile e volontaria, al servizio dello Stato Italiano e dei suoi cittadini in territorio Nazionale. Attraverso il nostro volontariato spontaneo, oltre a fare del bene a chi ha bisogno, abbiamo anche la fortuna di conoscere altre persone che, come noi, amano aiutare il prossimo, indistintamente dall’etnia.

Le scrivo questa nostra per cercare di portare alla sua attenzione, a quella del Ministro dell’economia Roberto Gualtieri e della Ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova un fatto a nostro parere molto grave e anticostituzionale; si parla da giorni voler regolarizzare 600.000 extracomunitari per colmare la mancanza di manodopera agricola che è sempre stata impiegata con operai provenienti dall’est Europa e da altri paesi extra comunitari che a causa della tragedia che stiamo vivendo e alla conseguente chiusura delle frontiere, non si ha a disposizione tale personale per far fronte alle esigenze delle nostre aziende per le semine e le raccolte. Stiamo provando a ragionare su quale sia motivo per cui il nostro governo potrebbe voler regolarizzare 600.000 extracomunitari. Se c’è lavoro per 600.000 operai, in una situazione socioeconomica drastica come quella attuale per lo Stato Italiano e per i nostri concittadini al limite della disperazione, pensiamo sia doveroso per una volta che lo Stato mettesse in atto ciò che ha promesso e che una prima opportunità venga data agli Italiani, portando a compimento ciò per cui il reddito di cittadinanza è stato istituito, ossia aiutare economicamente i cittadini Italiani, sino a che non ci fosse stata l’opportunità di un lavoro.

L’informativa in senato del Ministro dell’agricoltura Teresa Bellanova cita testuali parole: “Senza furori ideologici o ipocrisie sia lo Stato a farsi carico della vita dei 600 mila irregolari, spesso sfruttati in modo inumano, che già lavorano in Italia alla mercé di quella criminalità che chiamiamo caporalato e che per me significa mafia”. Nulla in contrario nel regolarizzare manodopera extracomunitaria, senza furori ideologici o ipocrisie ma, i nostri poveri? La Legge sul caporalato è entrata in vigore il 4 novembre 2016; si tratta della Legge 199 del 29 ottobre 2016 recante disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo con la quale noi di Ultima Legione siamo pienamente d’accordo. Gli Italiani nell’arco della nostra, storia sono sempre stati dei conquistatori di terre e degli emigranti. Anche gli italiani venivano fortemente sfruttati come mano d’opera a basso costo ed erano considerati cafoni, arretrati dal punto di vista dei costumi e delle tradizioni, popolo di contadini. Il 18 dicembre 1880, The New York Times usciva con un editoriale titolato “Emigranti indesiderati”, nel quale l’immigrazione Italiana veniva definita “promiscua, feccia sporca, sventurata, pigra, criminale dei bassifondi”. Potrei portarle svariati esempi ma credo che anche Lei ne è sicuramente a conoscenza. Forse un pochino esagerati se pensiamo che in Europa gli emigrati Italiani trovarono lavoro nelle miniere, nella costruzione delle strade, delle ferrovie e nel settore dell’edilizia. Costituivano anche una fantastica pioggia d'oro per l'economia italiana, in quanto le valute estere alimentavano i consumi, stimolando lo sviluppo industriale, oppure, depositate nelle Casse rurali, furono da esse investite in Buoni del Tesoro che servirono allo Stato per finanziare la modernizzazione dell'Italia. Inoltre grazie ai viaggi degli emigranti, crebbero le entrate della marina mercantile, senza poi parlare dell'economia familiare, il quale il tenore di vita offriva la possibilità di concedere prestiti che servirono ad avviare piccole attività. 

Insomma direi, un’immigrazione totalmente diversa. Abbiamo dato tanto per essere poi nei decenni rispettati in tutto il mondo. Tornando ai nostri cari concittadini, oggi non meno fortunati di quei 600.000 extracomunitari, sarebbe doveroso fare applicare in modo corretto, quello che è realmente il patto per il lavoro, facendo rispettare le condizioni dello stesso. Seguendo passo passo alcune delle condizioni, uno straniero, originario di uno Stato non appartenente all’UE, ha diritto al reddito di cittadinanza solo quando: è in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo oppure in alternativa, se è familiare di un cittadino italiano o di un Paese UE e se in possesso del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente. Oltre a questi due requisiti, bisogna anche essere residenti in Italia da almeno 10 anni (ma questo vale anche per chi ha la cittadinanza italiana); inoltre, negli ultimi 2 anni - dal momento della richiesta - bisogna aver soggiornato in maniera continuativa nel nostro Paese. Andando a verificare, le famiglie che ogni mese ricevono il reddito di cittadinanza sono 933mila per un totale di 2 milioni e 419mila con un importo medio mensile di 496 euro con una spesa sotto i 4 miliardi annui. Sembra che secondo le stime da voi previste, ci sia stato un risparmio di 1.8 miliardi relativo al Rdc. Bene, aiuterebbero i nostri concittadini in difficoltà visto che si stimano 9 milioni di Italiani in povertà relativa e ben 5 milioni di Italiani in povertà assoluta. Il patto per il lavoro rappresenta l’ambizione più alta della misura di sostegno: collocare, o ricollocare i cittadini sul mercato del lavoro, e non solo sostenerli dal punto di vista economico. In uno stralcio del Programma Politico di Ultima Legione cita testuali parole: “Sarà come sempre la politica a far sì che le condizioni di mercato ed economiche aiutino l’agricoltura a tornare grande imponendo le nostre esigenze anche a livello internazionale, dal quale ormai tutta l’economia dipende”.

Noi crediamo nella Politica Italiana e abbiamo fede e speranza che la Nostra Nazione tornerà ad essere grande come un tempo. Nel Nostro Programma Politico si propone di difendere la PAC (Politica Agricola Comune) all’interno del bilancio Europeo ed impedire che la commissione stralci una parte del bilancio agricolo in favore del finanziamento di “altre emergenze” come quella dei migranti. Pur nei limiti delle regole Pac, si costruisca un sistema coerente di interventi per le infrastrutture, per favorire strutture più efficienti, per investire sulla produttività, per promuovere e sviluppare ricerca e trasferimento delle innovazioni nel settore agricolo. Nel rispetto della sostenibilità, si deve puntare a quella economica per favorire lo sviluppo e l’incremento della redditività dell’agricoltura. Di fatto sino ad ora, l’Italia non è stata capace di tutelare fino in fondo il proprio patrimonio agricolo. Il nostro Paese non riesce a produrre tutte le risorse di cui ha bisogno anche a causa di politiche restrittive dell’Unione Europea. È il momento di ridare al Suo Popolo ciò che di diritto ci appartiene, ossia la dignità; impediamo il lavoro in nero e sottopagato che da decenni opera nel nostro paese e che ha allontanato noi Italiani dalle nostre terre. Le elenco alcuni punti che secondo noi andrebbero affrontati con la massima urgenza: 1-Elenco delle aziende agricole di tutto il territorio Italiano che operano con le stagionalità, per assicurarsi che non utilizzino manodopera in nero. 2-Costituzione di un organo di controllo provinciale per il controllo dell’intera filiera agricola, rispetto alle assunzioni.

3-Proposta di lavoro a chi beneficia del reddito di cittadinanza, senza la possibilità di rifiuto. 4-Tassazione agevolata per agricoltori che assumeranno i beneficiari di reddito di cittadinanza. Presidente Giuseppe Conte, attraverso questa lettera noi di Ultima Legione ci facciamo promotori dell’appello di milioni di Italiani. E’ un duro cammino quello che ci attende ma vogliamo ridare la dignità al Nostro Popolo e riscattare l’orgoglio Nazionale. Confidiamo nella Sua serietà e professionalità, certi che non verrà ignorata questa nostra richiesta.

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