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Proposta M5S: “Espulsione per chi no rispetta parità di genere”

Giulia Gibertoni (M5S) ha presentato in Regione una risoluzione per condannare le violenze subite dalle donne a Colonia: “La Giunta valuti, con Governo e Parlamento, di legare il rispetto della parità di genere alla concessione dello status di rifugiato”

Ferma contrarietà per le violenze subite dalle donne a Colonia e l’invito alla Giunta a verificare, con Parlamento e Governo, se sia possibile far diventare il rispetto del principio della parità di genere condizione fondamentale per il riconoscimento dello status di rifugiato. Sono questi alcuni dei principi contenuti in una risoluzione presentata ieri da Giulia Gibertoni - capogruppo regionale del M5S e prima firmataria del documento – che ha già ottenuto il sostegno di alcuni esponenti del PD e che approderà in Commissione Parità nei prossimi giorni per l’approvazione finale. 

“Quanto successo a Colonia di recente è stato un atto grave, un attacco pubblico alla dignità, va riconosciuto senza attenuanti – spiega Giulia Gibertoni – Come ha giustamente evidenziato il ministero dell’Interno tedesco, il fatto che dietro alle aggressioni ci siano cittadini stranieri non deve essere taciuto ma al tempo stesso non può portare a un sospetto generalizzato nei confronti di tutti i rifugiati e migranti”.

“Per questo - prosegue la consigliera modenese - nella nostra risoluzione chiediamo che l’accettazione di un principio cardine, come quello della parità di genere, sia una condizione necessaria nell’iter delle richieste di asilo. Non è possibile tollerare in nessun modo episodi di questo tipo che non solo vanno condannati ma contrastati con fermezza ed efficacia”. Nell’atto di indirizzo presentato dal M5S si chiede di  “verificare con il Parlamento e il Governo nazionale, anche attraverso le competenti sedi di confronto interregionale e nel Consiglio europeo delle Regioni, la possibilità di adottare i necessari provvedimenti per adeguare le disposizioni relative all’accoglimento delle richieste di asilo prevedendo il mancato riconoscimento dello status di rifugiato e l’espulsione dei responsabili di comportamenti che, come nel caso delle aggressioni sessuali di stampo sessista verificatesi a capodanno, neghino la parità di genere, principio e diritto universale e valore fondante dell’Unione europea”, oltre a “prendere in esame la possibilità di esporre in tutte le proprie sedi striscioni o simboli che attestino il valore universale del principio di parità di genere e il contrasto delle violenze contro le donne”.  

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