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Mafie, inizia un percorso tra le storie di resistenza civile

L'iniziativa è promossa da Consiglio comunale, Libera e Libera informazione. Primo incontro venerdì 15 maggio alle 21 con la presentazione del volume su Pio La Torre

Storie di resistenza civile contro le mafie, come quella di Pio La Torre, ucciso il 30 aprile 1982 insieme a Rosario Di Salvo, a colpi d’arma da fuoco, mentre raggiungeva in auto la sede del partito. O quella di Barbara Rizzo Asta che, insieme ai suoi due figli gemelli di sei anni, morì nella strage di Pizzolungo (Trapani) il 2 aprile 1985, per lo scoppio di un’autobomba destinata al magistrato Carlo Palermo.

Queste e altre storie sono l’oggetto del percorso di conoscenza “Sorelle & fratelli d’Italia” promosso dal Consiglio comunale di Modena, da Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie, e Libera informazione, che si sviluppa in un ciclo di presentazioni di volumi sulle tante piccole e grandi battaglie per l’affermazione della legalità democratica contro la violenza delle mafie e il potere della corruzione.

Il primo appuntamento è in programma venerdì 15 maggio alle 21 nella sala del Consiglio comunale del Palazzo municipale, in piazza Grande con la presentazione del volume “Sulle ginocchia” di Franco La Torre, figlio di Pio La Torre. Presenti l’autore, responsabile di Libera Europa, Enza Rando, ufficio legale nazionale Libera, e Francesca Maletti, presidente del Consiglio Comunale di Modena. A moderare l’incontro Lorenzo Frigerio di Libera Informazione. Il volume, in cui Franco La Torre racconta la vita pubblica e privata del padre, cui si deve la legge che ha istituito il reato di associazione mafiosa e introdotto il sequestro e la confisca dei beni mafiosi, viene presentato a Modena come quarta uscita nazionale, dopo Palermo, Roma e, sempre nella giornata di venerdì, al Salone del libro di Torino.

Nel mese di giugno si terrà invece la presentazione del volume “Solo con te in un futuro aprile” di Margherita Asta, scritto con la giornalista Michela Gargiulo, che racconta la storia della madre e dei fratellini di Margherita, vittime dell’agguato al giudice Palermo. Nei mesi successivi seguiranno ulteriori incontri.

Il Consiglio comunale prosegue così nel suo impegno a favore della legalità, dopo aver conferito, lo scorso 2 marzo, la cittadinanza al giudice Antonino di Matteo, minacciato per le sue indagini sulla mafia, alla presenza del presidente di Libera Don Luigi Ciotti, e aver deliberato l’intitolazione della Tenda alle vittime di mafia. È dell’8 maggio, infine, l’approvazione all’unanimità di due ordini del giorno che chiedono all’Amministrazione una serie di azioni di rafforzamento delle politiche per la legalità e la sicurezza e di contrasto alle mafie e alla corruzione.

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