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Islam e integrazione, la “fatwa” di Magdi Allam contro il sindaco Muzzarelli

Duro intervento del giornalista anti-islam che prende come spunto l'incontro di Muzzarelli con la comunità islamica modenese. Allam: “Muzzarelli sbaglia a parlare di comunità. L'unico modo per integrarli è esigere l'assoluto rispetto delle leggi laiche dello Stato”

In una città dove il senso di intolleranza religiosa verso l'Islam non ha mai attecchito, ci pensa il giornalista Magdi Cristiano Allam a soffiare sul fuoco fatuo dello scontro. Lo fa con un lungo post su Facebook, prendendo spunto da una foto che ritrae il sindaco Gian Carlo Muzzarelli in un momento conviviale con alcuni esponenti della comunità islamica modenese, che lo stesso primo cittadino ha rilanciato online.

“L'integrazione significa una comunità più forte, in cui pari diritti impongono anche pari doveri e rispetto delle regole. Incontrarsi significa parlarsi, stringersi la mano e guardarsi negli occhi, e anche un fatto quotidiano come fare colazione insieme, bevendo the e mangiando dolci e datteri è un passo per la conoscenza e l'incontro”. Questo il commento che Muzzarelli aveva affiancato alla descirzione della sua visita ai musulmani di Modena e contro il quale Allam ha esternato tutta la propria contrarietà.

Scrive il giornalista: “Non è affatto vero che concedendo più diritti si garantisca l'ottemperanza dei doveri e il rispetto delle regole. È vero esattamente l'opposto: solo ottemperando ai doveri e rispettando le regole si ha la garanzia che la condivisione dei diritti non si traduca in un danno per la collettività – e prosegue – Il sindaco di Modena sbaglia inoltre perché sovrappone la dimensione della religione con la dimensione delle persone. Evidentemente Muzzarelli ignora che Allah nel Corano ordina di odiare e uccidere gli ebrei, i cristiani, gli infedeli, gli apostati, gli adulteri e gli omosessuali, così come ignora che Maometto è stato un criminale che ha ucciso, sgozzato e decapitato”.

Un'opinione nota quella di Allam, che sia sul piano giornalistico che su quello politico non ha perso occasione per condurre la propria battaglia contro il fedeli musulmani, ottendendo una condanna per diffamazione sul primo fronte e scarso seguito sul secondo. Per Allam l'unico modo per integrare è per un verso pleonastica e per l'altro lontana dalla realtà dell'Islam che oggi noi conosciamo sul territorio: “Esigere l'assoluto rispetto delle leggi laiche dello Stato, l'osservanza delle regole che sono alla base della civile convivenza, la condivisione dei valori assoluti e universali che sostanziano la nostra comune umanità, a partire dalla sacralità della vita, la pari dignità tra uomo e donna, la libertà di scelta compresa la libertà di abiurare l'islam senza essere condannati automaticamente a morte per apostasia”.

L'iperbole del giornalista trova poi naturale sgfogo nell'attacco alla comunità modenese: “Caro sindaco Muzzarelli, guardali bene in faccia – scrive - ti sembra che siano interessati a integrarsi quelli che, a cominciare dall'aspetto fisico, prendono in tutto le distanze dalla nostra civiltà, determinati a emulare Maometto indossando la lunga tunica bianca e facendosi crescere la barba, ingrossando le fila dell'esercito dei fanatici di Allah sin dentro casa nostra?”.

La strada per l'integrazione non è certo in discesa, così come la convivenza non è sempre ottimale, ma lo spauracchio agitato dal giornalista di orgine egiziana – la traformazione di Modena in una “roccaforte del radicalismo e del terrorismo islamico” - appare talmente irrealistica da essere quasi paradossale. 

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