rotate-mobile
Politica

Maletti, addio con polemica: “Se volessi fare ginnastica andrei in palestra”

Francesca Maletti mette sotto accusa l'assenza di coinvolgimento all'interno del consiglio Provinciale: “Non ho voglia di continuare ad andare in un luogo dove devo alzare la mano due o tre volte al mese senza essere coinvolta nelle proposte e nelle decisioni”

All'indomani della formalizzazione delle dimissioni da Consigliere Provinciale, Francesca Maletti mette nero su bianco i propri malumori, combinando una cirtica al sistema ancora farraginoso del nuovo ente provinciale ad una più velata e generica ad alcune scelte politiche dell'amministrazione Muzzarelli. Molti si erano interrogati sulle ragioni delle improvvise dimissioni della referente dell'ala cattolica del Pd modenese, che indubbiamente avranno ripercussioni interne al partito e alle future scelte locali.

“La mia decisione – scrive in una lunga nota su Facebook l'ex consigliere – è stata determinata dal mancato coinvolgimento nelle scelte effettuate in questo periodo dal consiglio provinciale, un organismo ibrido, tra una giunta e un consiglio, dove i consiglieri che hanno deleghe assegnate dal presidente della Provincia riescono a svolgere un ruolo attivo. Gli altri, in questo caso specifico parlo per me, si devono limitare a votare o meno le delibere presentate. Non ho voglia di continuare ad andare in un luogo dove devo alzare la mano due o tre volte al mese senza essere coinvolta nelle proposte e nelle decisioni. Se volessi fare ginnastica andrei in palestra – ironizza amaramente la Maletti – Sedere su una sedia senza potere incidere su dei cambiamenti non fa parte della mia natura”.

Francesca Maletti spazza via preventivamente le insinuazioni di chi vuole questa scelta come una rottura a seguito dei giochi di potere nelle nomine in Fondazione CRMO: “Se fosse così mi dimetterei anche da presidente del Consiglio Comunale, ruolo che, invece, ricoprirò finché riuscirò a incidere sulle politiche a favore dei cittadini modenesi”.

Arriva poi un attacco neanche troppo nascosto ad un certo modo di fare politica: “Ritengo che l’amministrazione modenese non debba essere identificata con un’azienda (Spa o cooperativa che sia) guidata da un amministratore delegato che non si rapporta con nessuno tranne che con i suoi azionisti e solo dopo 5 anni di mandato. Bisogna per questo ripartire a parlare di comunità, di inclusione, di relazioni tra le persone. E noi già potremmo farlo grazie ai Quartieri, che possono e devono agevolare il dialogo tra cittadini e Amministrazione Comunale. Per fare ciò, però, bisogna lasciarli lavorare. Dare spazio alle loro progettualità”.

Da Francesca Maletti arriva dunque uno scossone alla politica cittadina, che oggi vive della figura forte di Giancarlo Muzzarelli e di una rottura evidente che si sta consumando dentro al Partito Democratico, sia su questioni locali che su spinte nazionali. Maletti rialza la testa dopo la corsa elettorale che l'aveva vista seconda a Muzzarelli nelle primarie del centrosinistra e – elencando diversi temi in una sorta di agenda programmatica – cerca di risalire la china per tornare elemento attivo e decisivo nel panorama modenese. “La decisione di dimettermi dal Consiglio Provinciale non sono tese a una mia diminuzione di interesse ma, al contrario, una maggiore focalizzazione del mio impegno all’interno del Consiglio Comunale dove, rivestendo il ruolo di presidente, mi batterò per portare avanti le scelte migliori per la cittadinanza”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Maletti, addio con polemica: “Se volessi fare ginnastica andrei in palestra”

ModenaToday è in caricamento