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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Manovra, Cna non ci sta e lancia le sue tre proposte

Anche CNA elabora un piano per fronteggiare la Manovra a livello locale: in primo piano pone la cessione delle azioni di Hera ai cittadini modenesi coastituendo una sorta di azionariato diffuso

Arrivano da ogni parte proposte per contenere l'impatto della manovra finanziaria a livello locale; anche CNA elabora un programma basato su vendita di azioni Hera ed esternalizzazioni. Il punto di partenza dell'elaborazione del CNA è il dato paradossale per cui il sacrificio richiesto agli enti locali rappresenta il lato peggiore di un federalismo che sta per finire seppellito dalle tasse che esso stesso prevede, e in questo contesto è assurdo che un’amministrazione come quella di Modena non possa utilizzare i soldi in cassa per pagare i fornitori avendo, teoricamente, maggiori capacità di spesa grazie ai bassi livelli di indebitamento. "Aldilà delle comprensibili difficoltà in cui versano i Comuni, quello di Modena tra questi, riteniamo che sia possibile individuare azioni in grado di mitigare l’impatto della manovra su cittadini e imprese" commenta Antonio Altiero, presidente della CNA comunale del capoluogo.

Il primo intervento che prevede il CNA è la cessione delle azioni delle multiutilities, Hera nel caso specifico di Modena. "Un’azione necessaria per diverse ragioni: per raggranellare liquidità, ma anche per accedere ai fondi previsti dalla Manovra per finanziare infrastrutture locali, un “bonus” concesso alle amministrazioni che alieneranno le proprie partecipazioni". La proposta dettagliatissima prevede anche un acquirente, ovvero i cittadini modenesi, che potrebbero essere opportunamente incentivati all’acquisto partecipando ad una sorta di azionariato diffuso che dia la possibilità di realizzare un’effettiva azione di controllo dell’ex municipalizzata.

Il secondo punto è quello della cessione degli immobili, che può rappresentare una strada utile sia per il bilancio che per il recupero di aree dismesse, in particolare quelle demaniali. "Di certo – continua Altiero – serve prendere in considerazione ogni altra eventualità prima di ricorre all’incremento dell’addizionale Irpef, idea che non ci trova d’accordo. Così come disapproviamo l’ipotesi di introdurre una tassa di soggiorno, pure contemplata fra le poche azioni adottabili. Modena sta facendo un grosso sforzo per reinventarsi anche sotto questo profilo: la futura apertura del MEF, il tentativo di rilancio del marketing territoriale come visione integrata delle opportunità comunali e provinciali hanno bisogno di sostegno e non di penalizzazioni. In questo contesto sarebbe senz’altro utile pubblicizzare Modena come una città da visitare 'senza balzelli'". Sempre secondo CNA, senza modifiche strutturali della macchina pubblica, sia a livello centrale che locale, ogni intervento rimane fine a sé stesso. "Continuiamo a credere che le esternalizzazioni rappresentino un concreto strumento di razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica, senza rinunciare al controllo e alla qualità dei servizi. Dagli asili alle manutenzioni, dai servizi interni alla macchina comunale, al verde pubblico. Una strada da seguire come è stato fatto per le farmacie".

In terzo luogo torna la proposta di sburocratizzazione, già affermata da CNA in altre sedi: "Per ciò che riguarda la semplificazione – osserva Altiero - che non costa nulla e non incide sui bilanci: abbiamo chiesto l’adozione dei una carta dei diritti delle imprese, ma finora la risposta è stata zero da 47 comuni su 47. Abbiamo anche suggerito la proposta di dimezzare gli oneri necessari per la ristrutturazione dei locali nel centro da adibire ad attività commerciali od artigianali (oneri che possono arrivare a diverse migliaia di euro e la cui diminuzione sarebbe compensata dal maggior numero di interventi), ma anche in questo caso nessuna risposta".

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