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Stefano Bonaccini e Antonino Marino indagati per abuso d'ufficio

La notizia dell'indagine è arrivata ieri da alcuni quotidiani locali e confermata oggi. Bonaccini e Marino, insieme ad altri due dirigenti del Comune sarebbero accusati di turbato incanto e abuso d'ufficio

Si torna a parlare di Parco Ferrari, ma questa volta non per le piscine; è stato reso noto dall'edizione regionale de Il Fatto Quotidiano in un articolo di Stefano Santachiara che il segretario regionale del Pd dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, è indagato dalla Procura di Modena per abuso d'ufficio e la notizia ha trovato ulteriori conferme. L’inchiesta si riferisce al 2003, quando Bonaccini era assessore comunale al Patrimonio: secondo l'ipotesi del pm Enrico Stefani, avrebbe favorito l'ingresso e la permanenza della società Sdps nella gestione di un chiosco-birreria del parco in questione. Sono indagati per lo stesso reato anche Antonino Marino, attuale assessore comunale ai Lavori pubblici e allo Sport e due dirigenti del Comune, Mario Scianti e Giulia Severi. Gli inquirenti ipotizzano che, sfrattata nel maggio 2003 la titolare del chiosco, sia stata turbata l'asta per assegnare la nuova gestione. Per questo specifico reato, contestato anche ai due titolari dell'attività subentrati, è però già scattata la prescrizione. La loro società - come ricostruito dall'inchiesta dei carabinieri - non avrebbe poi pagato affitti per alcune migliaia di euro ma sarebbe rimasta comunque al timone rinnovando la licenza.

Bonaccini ha detto di essere tranquillo rispetto alle accuse: "Sono vicende che non conosco molto, non so cosa potrò dire ma sono a disposizione". Per il segretario regionale è subito arrivata l'attestazione di fiducia del presidente della Regione, Vasco Errani: "Apprendo dalla stampa dell'indagine in corso a Modena. Esprimo, come sempre, piena fiducia nell'operato della magistratura e sono certo della correttezza di Stefano Bonaccini e della sua estraneità rispetto ad ipotesi diverse". Anche il Comune ha espresso "piena fiducia nell'operato, della magistratura" citando in una nota dell'Ufficio legale anche gli altri due indagati. "Fin dall'inizio, il Comune di Modena ha messo a disposizione della magistratura tutta la documentazione - si legge ancora nella nota -. Nonostante la complessità della vicenda, l'Amministrazione è serenamente convinta della piena regolarità di tutti i passaggi. Resta tuttavia insolito - ha concluso l'Ufficio legale - che l'assessore Marino abbia appreso dell'iscrizione nel registro degli indagati non da atti ufficiali, notificati solo alle 12 di questa mattina, ma dalla stampa".
 

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