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Strage di Lampedusa, tre consiglieri rifiutano il minuto di silenzio

Galli, Taddei e Celloni escono dall'aula del consiglio comunale in segno di disapprovazione, tacciando la commemorazione come “ipocrita” e addossando le colpe al messaggio lanciato dal Papa e da Kyenge. Sconfessati da tutte le forze politiche

Come accaduto in tutte le sedi istituzionali, anche il Consiglio Comunale di Modena ha rispettato ieri un minuto di silenzio per le vittime della tragedia del mare che ha scosso Lampedusa. Ma di fronte al breve momento di raccoglimento si è innescata una feroce polemica, dal momento che 3 consiglieri hanno deciso di abbandonare l'aula: si tratta di Andrea Galli e Pierluigi Taddei (Pdl) e Sergio Celloni (Mpc). “Con un Papa e un Ministro (Kashetu Kyenge ndr) che continuano a invitarli, questa gente continuerà ad arrivare e a morire – ha dichiarato Andrea Galli - Non si può non piangere per una tragedia come questa ma il minuto di silenzio è ipocrita. Lo Stato fa di tutto per chiamare questa gente e poi non ha gli strumenti per proteggerla. Il nostro è stato un gesto brutto e lo sappiamo – ha ammesso lo stesso Galli – ma bisogna uscire dall'ipocrisia”.

Le reazioni sono state immediate e dai banchi della maggioranza si sono levati cori di disapprovazione all'indirizzo dei tre colleghi, accusati di essere “patetici” e “inumani”. Anche il sindaco Giorgio Pighi è intervenuto sulla tragedia di Lampedusa ricordando in aula che “la solidarietà e l'indignazione non bastano più, ormai è un problema di civilta”. Il Partito Democratico ha poi annunciato che aderirà al momento di riflessione organizzato da Arci, Cgil, Cils e Uil di Modena, per il tardo pomeriggio di oggi in Piazza Grande.

Ma le critiche più dure e l'immediata presa di distanza dal gesto dei tre rappresentanti del centrodestra è arrivato proprio dal loro stesso schieramento. Lo stesso capogruppo PdL Adolfo Morandi ha parlato di “iniziativa autonoma e non concordata”, mentre il responsabile degli Enti locali del partito, Bruno Rinaldi, ha scritto: “Ciò che è successo è molto grave, anteporre la polemica politica, perchè di polemica si tratta, ad una riflessione umana per la tragedia che si è verificata, fa comprendere che una certa politica nuoce al libero e serio confronto”. In consiglio anche il capogruppo di Fratelli d'Italia, Michele Barcaiuolo, ha parlato di “risibili proteste di chi rappresenta un partito che col proprio voto in parlamento sostiene il ministro Kyenge e di conseguenza le sue politiche”.

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