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Manovra, Adolfo Morandi (Pdl): "Pighi ignora il cambiamento"

Il capogruppo Pdl critica l'atteggiamento politico di Pighi sulla manovra finanziaria e ricorda tutte le indicazioni che l'opposizione ha dato per fronteggiare il problema, nel caso ce ne fosse bisogno

Il capogruppo del Pdl, Adolfo Morandi, parla delle contromosse e delle reazioni del Sindaco Pighi riguardo alla manovra finanziaria: “Lo scenario prospettato da Pighi è catastrofico – dice Morandi -, una manovra da “Lacrime e sangue”; parla di tagli di 60 milioni di euro.  Credo che sia assolutamente prematuro ed ingiusto  fornire cifre di questa entità.” Il capogruppo poi riporta tutto su toni molto tranquilli spiegando che, siccome la manovra deve ancora esser discussa ed approvata, non è forse il momento per queste ‘sceneggiate’ che a suo parere già in passato si sono rivelate inutili ed errate.

“Pighi continua con le vecchie politiche, addossando ogni responsabilità al governo – continua Morandi-, ignorando o quasi il cambiamento, la nuova situazione che imponeva l’abbandono della politica delle cicale per una più prudente politica delle formiche. Oggi ne paghiamo le conseguenze ; i nodi irrisolti  prima o poi vengono al pettine”. Il capogruppo del PDL ricorda poi le indicazioni che in qualità di opposizione il suo partito ha sempre dato sulle aree di spesa su cui intervenire: 40 dirigenti con un costo annuo per il comune che sfiora i 4 milioni di euro: troppi ne basterebbero meno della metà; 2100 dipendenti, occorre ottimizzare i servizi con una maggiore produttività: là dove bastano due dipendenti non si vede perché debbano essercene tre se non quattro; case protette per anziani: il costo medio sostenuto dal comune sfiora i 45.000 euro annui per ogni anziano assistito, troppi considerando l’analogo costo in una struttura privata che si dimezza; asili: occorre rivedere la qualità del servizio, meglio un servizio essenziale piuttosto che una sua eliminazione; appalti dei servizi: è opportuno appaltare i  servizi in modo serio e reale aprendosi alle associazioni e al volontariato, evitando di  pubblicare testi di appalto a cui possono partecipare un numero ristrettissimo di imprese, se non addirittura un’unica impresa cooperativa; contributi a pioggia 14 milioni di euro: troppi, alcuni forse necessari, ma tanti superflui ed eliminabili; consulenze: la cifra sfiora supera i 4 milioni di euro, occorre valorizzare i dipendenti qualificati; affitti passivi: 7 milioni annui, occorre investire su propri immobili ed evitare di pagare affitti passivi.

Secondo Morandi da queste indicazioni si possono ottenere le compensazioni con le riduzioni, ipotetiche e ancora tutte da quantificare, dei trasferimenti erariali. “Pighi afferma che sarà costretto a vendere immobili e partecipazioni; tutto ciò può avere un senso solo se accompagnerà l’emergenza con una politiche  di revisione (riduzione) strutturale della spesa corrente, altrimenti non fa che procrastinare la risoluzione del problema ; la cura non risolve la malattia che è quella dello squilibro negativo tra entrate e spese. Rinviare potrebbe avere conseguenza ancora più negative nel futuro”.

“Pighi ipotizza l’aumento dell’addizione e l’imposizione di nuove tasse – conclude Morandi-; siamo contrari ritenendo che  ogni ulteriore prelievo andrebbe a colpire tutti, anche le famiglie monoreddito, al contrario del contributo di solidarietà previsto dal governo che va a colpire i maggiori redditi. Il sindaco ha tutte le prerogative per farlo, ma dovrà assumersene totalmente la responsabilità, dichiarando che servono, a suo giudizio, per il mantenimento dei servizi attuali, che, come abbiamo detto, vanno viceversa modificati strutturalmente”.

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