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La Russia di Putin anima il Consiglio Comunale, respinta mozione contro l'embargo

L’odg di Energie per l’Italia e FI chiedeva all'Amministrazione di adoperarsi per eliminare le sanzioni, ma è stato bocciato. Il consigliere Galli ha tolto la camicia per esibire una magietta con il volto del presidente russo

Il Consiglio comunale di Modena ha respinto un ordine del giorno presentato da Giuseppe Pellacani (Energie per l’Italia) e firmato anche dal capogruppo di FI Andrea Galli, che chiedeva di adoperarsi affinché venissero eliminate le sanzioni alla Russia. Nella seduta di giovedì 26 aprile, si sono espressi a favore della mozione Energie per l’Italia, FI e Idea Popolo e libertà, contro Pd e Art.1-Mdp-Per me Modena, eccetto il consigliere Francesco Rocco che si è astenuto. Astensione anche per il M5s, mentre CambiaModena si è avvalso del non voto.

Il documento, in particolare, esprimeva “preoccupazione per gli effetti della proroga del blocco delle sanzioni alla Russia sul sistema produttivo italiano, dell’Emilia Romagna e modenese in particolare, soprattutto per alcuni settori (quali le macchine, l’agroalimentare, l’abbigliamento), già colpiti duramente dalla crisi”. Chiedeva quindi “al Governo e ai sui rappresentanti di adoperarsi affinché il Consiglio dell’Unione Europea prenda seriamente in considerazione l’opportunità di rivedere il meccanismo delle sanzioni che danneggia fortemente l’Italia e di non prorogare ulteriormente le sanzioni alla Russia”. E infine domandava ai parlamentari europei e nazionali modenesi “di adoperarsi per sollecitare con ogni mezzo la revisione della posizione europea nei confronti della Russia affinché il Consiglio dell’Unione Europea non decida di prorogare ulteriormente le sanzioni alla Russia”.

Andrea Galli di FI durante l’intervento ha tolot la camicia "istituzionale" per rivelare una maglietta pro Russia con il volto di Vladimir Putin, evidenziando che “le sanzioni sono state un segnale politico alla Russia per l'annessione della Crimea, ma dal 2014 stanno continuando a riprodursi e a intensificarsi. L’effetto maggiore l’hanno vissuto le nostre aziende e il danno non riguarda solo la perdita di fatturato, ma anche le contromisure messe in atto dalla Russia e, terzo, la creazione di prodotti imitativi di cui, anche una volta cessate le sanzioni, faremo fatica a liberarci. Chiediamo quindi la cessazione dell’embargo che danneggia le aziende e gli ottimi rapporti che abbiamo avuto finora con il popolo russo che aveva diritto di riprendersi l’Ucraina (diventata tale nel 1954 dopo oltre mille anni che era stata Russia)”. Per Adolfo Morandi “è giusto e corretto il dibattito politico su questo tema in Consiglio comunale, cui chiediamo di esprimere un indirizzo su un argomento su cui è scontato andare in una certa direzione. Sono sanzioni che hanno procurato danni rilevanti al nostro Paese – ha proseguito – e bisogna discutere se le motivazioni che hanno indotto alle sanzioni sono ancora oggi valide e da sostenere. È giusto portare avanti politiche internazionali distensive in una logica di riduzione dei conflitti mondiali e superamento della vecchia politica della contrapposizione tra due blocchi”.

Per Antonio Montanini di CambiaModena “dobbiamo stare attenti a stabilire che c'è un principio di diritto della Russia sull’Ucraina solo perché un tempo quel territorio le apparteneva. Ci sono impostazioni a livello internazionale – ha proseguito – e sanzioni che nascono in risposta a violazioni di uno Stato sovrano nei confronti di un altro Stato sovrano. Condivido però gli effetti negativi relativi ad aspetti dell'economia italiana e modenese: bisogna valutare quali sono gli effetti di queste operazioni e cercare di tutelare e supportare le imprese che li subiscono”.

Secondo Marco Forghieri del Pd “come Consiglio comunale credo non possiamo prescindere dal contesto europeo e internazionale, e ci sono tre modi in cui si può agire su queste situazioni: la diplomazia, che è la prima via da esplorare e in questo caso ha fallito; sanzioni di tipo economico, che sono state prese; aggressione militare. Credo quindi che la soluzione migliore sia quella che è stata presa. Siamo intervenuti perché non potevamo non intervenire, ma sicuramente un impatto ridotto rispetto a certe previsioni fatte c’è stato e certi rapporti nell’ambito degli organismi internazionali sono da rivedere”. Diego Lenzini ha precisato che “parlare di politica di distensione nei confronti di uno Stato che invade un altro Stato non credo la giusta direzione: le sanzioni sono il massimo che si può fare per dire che la posizione adottata non è accettata dal sistema internazionale in una situazione in cui lo step precedente è sgridarli e quello dopo è usare la forza. Capisco che ci sono perdite dal punto di vista economico, ma non si può pensare che le politiche internazionali debbano essere ancora figlie degli interessi economici”.

Il consigliere di Art.1 – Mdp – Per me Modena Francesco Rocco è intervenuto a titolo personale: “Non condivido il pensiero che le scelte internazionali non siano frutto dell’economia, direi quasi il contrario”, ha detto. “Gli addetti ai lavori con cui ho parlato mi dicono che le Nazioni più forti che impongono la scelta dell’embargo bypassano il problema in altro modo. Noi applichiamo le sanzioni ma altri utilizzano strumenti diversi e se questo è vero è molto grave. Il problema c’è per cui non me la sento di votare contro l’ordine del giorno”.

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