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Finale Emilia, Prc: "L'oasi delle Meleghine in stato di abbandono"

L'escursione di Stefano Lugli all'interno dell'oasi si rivela più complicata del previsto: "Lo stato di abbandono dell’area è evidente dai percorsi pedonali non più praticabili in quanto sommersi da erbacce e arbusti"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Prima di esprimere alcun giudizio su quanto successo all’oasi “Le Meleghine” abbiamo voluto renderci conto con i nostri occhi di come fosse la situazione, e così abbiamo fatto un sopralluogo sul posto. L’impressione che ne traiamo è lo stato di prolungata incuria dell’intera fitodepurazione, e questo a prescindere dal guasto tecnico che ha provocato la moria dei pesci con la conseguente distruzione dell’habitat e interruzione del ciclo riproduttivo. Lo stato di abbandono dell’area è evidente dai percorsi pedonali non più praticabili in quanto sommersi da erbacce e arbusti.

L’intera area della fitodepurazione è oggi di fatto inutilizzabile dalla cittadinanza, dai naturalisti e da chi fa bird-watching e inservibile per le attività didattiche e di educazione ambientale nelle scuole. Circa il guasto alle idrovore che ha prosciugato uno dei laghi occorre che si faccia luce sulle responsabilità, dal momento che il costante controllo dell’area avrebbe evitato la devastazione di oggi. La siccità estiva è facilmente prevedibile, ed è quindi inspiegabile perché l’ultimo controllo all’oasi sia stato eseguito a fine maggio, quando ancora le piogge erano abbondanti e la condizione dei laghi ottimale.

L’oasi “Le Meleghine” è una zona umida di inestimabile valore naturalistico, riconosciuta dalla regione Emilia Romagna come Z.P.S. (zona a protezione speciale) e, come dice il nome stesso, dovrebbe essere oggetto di attenzioni particolari e costanti che non ci sono state. Il Comune è quindi colpevolmente venuto meno al suo dovere di tutelare e rendere fruibile l’oasi. Chiediamo perciò che la giunta spieghi in Consiglio comunale di chi è la responsabilità dello stato di abbandono in cui si trova l’oasi, quali mancanze hanno determinato la devastazione di oggi, come intende recuperare l’area naturalistica, quali costi occorre sostenere e quali progetti mette in campo per valorizzarla. Al momento della nostra visita erano inoltre ben visibili numerose carpe agonizzanti, e ci domandiamo anche se non era possibile recuperarle e collocarle nel vicino laghetto per evitarne la morte e ridurre l’inquinamento da putrefazione.

In questa occasione poi non possiamo non ricordare come il recente piano estrattivo approvato dal Comune preveda enormi cave con la possibilità di scavare al di sotto della falda acquifera proprio a ridosso dell’oasi mettendone a rischio il delicato equilibrio: una scelta scellerata che devasterà ulteriormente questa zona.

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