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Occupazione giovanile, la Cgil: “Meglio Confindustria delle coop”

Il sindacalista Claudio Riso non risparmia nessuno nel fotografare la crisi occupazionale e sociale che investi i giovani modenesi: "Manca completamente una pianificazione politica". Poi un affondo contro Legacoop e Camera di Commercio

Cercano lavoro tramite le amicizie, solo il 17% lavora in un ambito vicino a quello di studio, il 50% conosce poco o per nulla i propri diritti e il 76% non è praticamente mai entrato in contatto con le associazioni sindacali. Questa la fotografia degli studenti-lavoratori dell'Ateneo di Modena scattata dalla ricerca effettuata dalla Cgil di Modena e dalla sua rappresentanza studentesca, l'Unione degli Universitari. Si tratta di dati raccolti tramite un questionario presentato questa mattina, durante l'iniziativa “Tra lo studio e il lavoro: costruire il futuro, creare i diritti”, che ha reso ancor più chiaro quanto sia sempre più dilagante la percezione di una precarietà per il futuro dei giovani, come ha spiegato Claudio Riso, responsabile della segreteria Cgil per le politiche giovanili. 

Secondo le cifre della Cgil infatti il 50% degli intervistati vede il proprio futuro lavorativo in modo precario, mentre solo un 24% pensa ad un avvenire stabile. Completamente bocciati i canali istituzionali per la ricerca dell'impiego: “Il lavoro tra i giovani si cerca soprattutto per passaparola e attraverso conoscenze personali – spiega ancora Riso – mentre non vengono utilizzati i canali ufficiali come le agenzie del lavoro, o ancor meni ufficio provinciale del lavoro o l'Università”, fatto che “rischia di indebolire questa nuova fascia rendendola più ricattabile sul piano dei diritti”. 

Ma le critiche della Cgil investono direttamente le amministrazioni locali e a sorpresa il mondo cooperativo: “Mentre siamo bravissimi a rispondere ai bisogni della popolazione anziana, a Modena sui giovani manca completamente una pianificazione politica, tanto che, per assurdo, su certi temi, andiamo più d'accordo con Confindustria, che non con la Lega delle cooperative, che da qualche anno è diventata autoreferenziale”.  “Sono enormi le difficoltà registrate dal sindacato nel dare corpo ad una contrattazione territoriale, che metta in moto gli enti pubblici per dare risposte e servizi ad un mondo dei giovani che cambia” e secondo Riso con gli Stati Generali "Modena ha perso un'occasione storica, con quello che doveva essere un appuntamento molto importante e che si è rivelato uno scatolone vuoto, visto che ci si trovava a mettere dei post-it sui tabelloni”.

E gli esempi dell'assenza di risposte sono concreti per il sindacalista, soprattutto in merito al grave problema dell'accesso alla casa per i giovani: “Non dà risposte il privato, ma non risponde nemmeno la cooperazione, che dovrebbe essere più sensibile, visto che i canoni concordati offerti dalle maggiori cooperative immobiliari viaggiano tra i 500 ei 600 euro al mese”. Sotto accusa, per Riso, anche la Camera di Commercio che “gestisce all'anno quasi 12 milioni di euro, sei dei quali per il mantenimento della propria struttura e il resto li elargisce a pioggia per progetti diversi. Soldi che incanalati in un progetto con le associazioni datoriali potrebbero dare un impulso importante all'occupazione”.

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