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Fisco e pensioni, i sindacati modenesi presentano la piattaforma

I segretari locali di Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato le loro sfide al Governo Renzi. Abbassamento dell'età pensionabile, questione esodati e riforma fiscale al centro dei programmi sindacali

“Lanciamo anche a Modena la piattaforma su Fisco e Previdenza da discutere prima nelle assemblee con lavoratori e pensionati, poi a settembre anche con iniziative rivolte ai cittadini modenesi per arrivare con il loro contributo alla piattaforma definitiva”, hanno detto stamattina in conferenza stampa i segretari di Cgil, Cisl e Uil Tania Scacchetti, William Ballotta e Luigi Tollari. 

“Non ci sembra una priorità del Governo mettere mano alle iniquità della Riforma Fornero, così come realizzare una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali utile ad attenuare i colpi di una crisi tutt’altro che finita” hanno aggiunto i segretari di Cgil Cisl Uil criticando l'operato del Governo Renzi e ribadendo l’importanza di una riforma fiscale complessiva, che vada oltre il bonus da 80 euro per i lavoratori dipendenti (su cui pure il giudizio è positivo), e che alleggerisca in modo strutturale il carico fiscale per lavoratori e pensionati.

“La nostra piattaforma non è difensiva – ha spiegato Ballotta della Cisl – ma anzi propositiva e sistemica: proprio partendo dalla riforma di Fisco e Previdenza vogliamo far ripartire il Paese, recuperare le risorse per rimettere in moto l’economia e contrastare la crisi”. “Chiediamo al Governo Renzi un confronto sui questi temi prioritari e se non verranno risposte passeremo anche alla fase della mobilitazione”, ha aggiunto Luigi Tollari della Uil. 

I sindacati chiedono innanzitutto che si metta mano alla Riforma Fornero: a regime nel 2023 si potrà andare in pensione con 69 anni e 11 mesi, “una prospettiva inaccettabile per molti lavoratori – ha aggiunto Tollari  - a cominciare da quelli che fanno mestieri cosiddetti usuranti di cui non si è tenuto conto nella Fornero”. 

“Chiediamo innanzitutto il ripristino della flessibilità in uscita a partire dai 62 anni di età senza penalizzazioni oppure con la possibilità di combinare età e contributi – ha detto Tania Scacchetti Cgil – occorre mantenere incentivi per chi rimane oltre questa età, ma non penalizzare chi decide di uscire”. Inoltre, i sindacati chiedono che si affronti in modo strutturale il problema degli esodati (a livello nazionale 150.000 sono stati salvaguardati, ma altri 150.000 ancora attendono risposta) e soprattutto che si dia certezza di una pensione dignitosa ai giovani lavoratori che tra precarietà e lavori discontinui rischiano di non averla.

Serve poi che il Governo rifinanzi urgentemente la cassa integrazione in deroga che scade a fine giugno. Sono oltre 4.000 i lavoratori modenesi sospesi con la deroga: “Già molti di loro non ricevono il pagamento dell’indennità dallo scorso novembre, - hanno concluso Scacchetti, Ballotta e Tollari - se poi non ci fosse il rifinanziamento per la seconda metà del 2014, si fa avanti il rischio concreto che le aziende, ancora in crisi, mettano mano a riduzioni di orario, se non a veri e propri licenziamenti".

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