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Autonomia regionale, partito il negoziato: "Condizioni per un accordo entro il 2019"

Nella sede della Regione Emilia-Romagna il primo incontro dei tre già calendarizzati, con le delegazioni trattanti, i presidenti Bonaccini e Maroni e il sottosegretario Bressa

“Abbiamo alle spalle percorsi diversi, ma adesso l’obiettivo è comune, per un traguardo mai raggiunto prima nella storia italiana: ottenere maggiore autonomia, vedere cioè premiate regioni virtuose, applicando la Costituzione e senza mettere in discussione l’unità del Paese. Anche oggi il Governo ha dimostrato grande disponibilità, cosa di cui ringrazio il sottosegretario Bressa, e come ha detto il presidente Maroni stiamo facendo gioco di squadra. Credo ci siano davvero tutte le condizioni per portare avanti un lavoro serio e chiudere un accordo col Governo entro la fine della legislatura, arrivando a quello che sarebbe un risultato storico e straordinario”.

Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, si mostra soddisfatto al termine della prima riunione del tavolo di confronto con il Governo, oggi a Bologna, sulla richiesta di maggiore autonomia avanzata da Emilia-Romagna e Lombardia, chiamate insieme al negoziato dall’esecutivo nazionale: la prima dopo aver scelto direttamente la strada prevista dalla Costituzione, che all’articolo 116, terzo comma, consente l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori “forme e condizioni particolari di autonomia” attraverso una legge dello Stato approvata a maggioranza assoluta, sulla base di un’intesa fra il Governo e la Regione interessata, la seconda dopo aver svolto un referendum consultivo.

Nella Sala della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna si è dunque svolto il primo dei tre incontri già calendarizzati per discutere delle competenze che le due Regioni chiedono di poter gestire direttamente e con risorse certe: i prossimi saranno martedì 21 a Milano e giovedì 30 novembre a Roma, dove poi si terranno i successivi.

Bologna il confronto è stato su cinque materie: lavoro e formazione professionale; salute; tutela dell’ambiente; ricerca e sviluppo; commercio estero. Le delegazioni trattanti sono composte dai presidenti delle Giunte regionali, quelli delle Assemblee legislative, i presidenti regionali di Anci e Upi, cioè gli organismi che rappresentano i Comuni e le Province. Oltre agli assessori competenti.

Dopo l’introduzione dei presidenti Bonaccini e Maroni, gli assessori regionali dell’Emilia-Romagna hanno spiegato quali sono le competenze richieste in ciascuna delle materie esaminate oggi. In particolare, per poter arrivare ad avere strumenti, anche normativi, e risorse per attivare politiche gestite in maniera autonoma. Con l’indicazione di quelle che potrebbero essere misure concrete. Fra le altre messe sul tavolo: l'internazionalizzazione del sistema produttivo e commerciale regionale; il rafforzamento dell’attrattività del territorio; il sostegno alle imprese, in particolare alle piccole e medie aziende; politiche attive per il lavoro, per favorire l’occupazione, e politiche passive, per integrare gli attuali ammortizzatori sociali; aumentare la vigilanza, rafforzando il rapporto con gli ispettorati del lavoro; sistema regionale della formazione e dell’istruzione tecnica che porti a un numero annuo di diplomati molto superiore rispetto a oggi e in grado di soddisfare le esigenze del sistema produttivo regionale; un piano di investimenti per l’edilizia scolastica, che comprenda anche la messa in sicurezza sismica di tutte le strutture.

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