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Politica

Solo un miracolo potrà salvarci dalla provincia di Reggio e Modena

Sulla denominazione della nuova provincia il sindaco Pighi ritiene che "forse bisogna andare oltre la semplice somma dei due nomi". Nel mentre, il centrodestra si prepara al tutto per tutto in consiglio regionale

Ormai è iniziato il conto alla rovescia. Lunedì, in consiglio regionale, si discuterà del riordino delle province in Emilia Romagna e solo un miracolo potrà salvare Modena dall'essere soppiantata dai cugini reggiani nella nuova denominazione della provincia che verrà. Questo perché, salvo una conversione dell'ultimo minuto tra le fila democratiche, ci sarà solamente il centrodestra modenese a portare avanti le istanze dell'ortodossia lessicale della "Provincia di Modena e Reggio". L'attacco a due punte sarà formato dal leghista Mauro Manfredini, il quale impugnerà i criteri di riordino fissati dal decreto della spending review, da Andrea Leoni (Pdl) che ripresenterà gli emendamenti bocciati in sede di commissione sul riordino dei nomi: "C’è però ancora il tempo per rimediare al pasticciaccio del Reggio Emilia e Modena che è una scelta che va al di là di una mera questione di toponomastica - ha affermato il consigliere - È positivo che anche dentro al Pd modenese si stiano levando voci ragionevoli che non comprendono quanto è stato fatto fino ad oggi. È necessario quindi che i Consiglieri regionali del Pd eletti a Modena escano dai diktat di partito, facciano prevalere la ragionevolezza e votino gli emendamenti che ho già depositato in vista di lunedì. In questo modo la nuova provincia si chiamerà di Modena e Reggio Emilia. Niente cose strane - ha concluso - ma semplicemente la cosa giusta da fare".

Carica di politichese, invece, la posizione espressa dal primo cittadino geminiano Giorgio Pighi, il quale, oltre a ricordare come Modena sarà capoluogo della nuova provincia in virtù della maggiore popolazione, invita a "valutare l’opportunità di andare oltre la semplice somma dei due nomi”. Riguardo alla denominazione, aggiunge Pighi, "occorrerà invece valutare con attenzione, anche rispetto ad esigenze di tutela di produzioni e marchi di eccellenza dei diversi territori, l’opportunità di andare oltre la semplice somma dei due nomi. Non scomodiamo la storia o l’alfabeto - conclude il sindaco - ma credo sia possibile individuare un elemento di sintesi che consenta di indicare con efficacia il nuovo soggetto istituzionale senza creare equivoci o imbarazzi sull’identità dei territori che, nell’unificazione, dovranno riuscire a mantenere e valorizzare ulteriormente anche le rispettive specificità. Lo faremo insieme alle altre realtà della regione dove si stanno realizzano queste unificazioni”.

LEGGI LA DELIBERA IN DISCUSSIONE IN CONSIGLIO REGIONALE

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