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Psc, sconfessati i progetti di Sitta: addio a città da 230mila abitanti

Il nuovo assessore all'urbanistica Giacobazzi ridimensiona i progetti del documento "Modena Futura": previsti nel 2032 meno di 200mila residenti in città. La proposta di documenti in consiglio in ottobre

Modena Futura. Oggi, il nome di un gruppo in consiglio comunale. Nel 2008, un documento firmato dall'allora assessore all'urbanistica Daniele Sitta con la benedizione del sindaco di Modena Giorgio Pighi. Il concetto chiave? L'aumento di abitanti del capoluogo geminiano: se oggi si contano circa 186mila abitanti, secondo questo documento, sotto la Ghirlandina sarebbero state ospitate 201 mila persone nel 2020, per poi arrivare a 230 mila nell’arco di 50 anni. Ebbene, ieri, venerdì 7 settembre 2012, il Comune di Modena ha definitivamente accantonato questa ipotesi da "boom demografico" annunciando l'avvio del percorso che porterà all'approvazione del nuovo Psc, il piano strutturale comunale che dovrà seguire il dikitat del minimo consumo possibile di nuovo territorio, consumo comunque limitato "all’edilizia sociale, a processi di riqualificazione e all’espansione produttiva che tendano all’autosufficienza energetica, con un aumento di superficie urbanizzata, rispetto a quella attualmente prevista, che sarà largamente al di sotto del previsioni del Ptcp, il Piano territoriale di coordinamento provinciale che per Modena stabilisce il 5% in dieci anni". Questa la traccia illustrata in Giunta dall'assessore all'urbanistica Gabriele Giacobazzi. La proposta di documento verrà approfondita nei prossimi giorni con l’obiettivo di avere l'ok da parte della giunta e presentarlo al Consiglio comunale in ottobre, per poi aprire un ampio confronto con la città.

POPOLAZIONE - Sulla base di un recente studio del Cresme (Centro ricerche economiche, sociali, di mercato per l’edilizia e il territorio), lo scenario ipotizzato è quello di un andamento demografico della città di Modena quantificabile in circa 6 mila abitanti in più nel prossimo decennio, rispetto agli attuali 186 mila, per attestarsi poi al di sotto dei 200 mila residenti nel 2032. Una previsione, ha fatto sapere piazza Grande, che tiene conto di una crescita fisiologica, pur su valori inferiori rispetto a quelli degli ultimi anni. “Insomma, Modena rimane Modena –  ha spiegato Giacobazzi – con un incremento dello 0,86% annuo, forse ottimista nel breve periodo, ma equilibrato complessivamente nell’arco dei vent’anni. Considerando anche il fenomeno della minore numerosità delle famiglie, con il numero di componenti che diminuisce”.

FABBISOGNO ALLOGGI - In questa prospettiva, ha aggiunto il Comune, il fabbisogno annuo di nuovi alloggi è in buona parte coperto dalle "potenzialità dello strumento urbanistico già in vigore e dalla trasformazione e riqualificazione dell’esistente", con riduzione delle dimensioni medie degli alloggi (1,3-1,4 alloggi nuovi ogni alloggio vecchio) e con un’attenzione particolare all’edilizia sociale: l’obiettivo è destinarvi almeno la metà di tutti i nuovi interventi (la legge regionale si ferma al 20 per cento), con circa un terzo per l’affitto a diverse fasce di offerta. “Per favorire il recupero, la trasformazione e la rigenerazione del tessuto edilizio –  ha continuato Giacobazzi – il Psc dovrà prevedere norme che agevolino la riqualificazione, procedure semplificate e incentivi per i proprietari”.

COMMERCIO - Per quanto concerne il commercio, invece, con la previsione di una grande struttura di vendita non alimentare nel Piano recentemente approvato dalla Provincia (Poic), rimane “la necessità di medie strutture sia alimentari che extra alimentari (1.500 e 2.500 metri quadri) da prevedere – ha concluso Giacobazzi – con il doppio obiettivo di riqualificare aree o edifici e incentivare l’effetto urbano delle porzioni di città oggi carenti”.

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