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Fusione Policlinico-Baggiovara, via all''integrazione dei servizi dell'area medica

Procede il percorso di integrazione ed efficientamento del servixio offerto dai due poli cittadini. I primi reparti dialogano già tra di loro con successo. Ripercussioni anche in provincia con il riordino delle sedi Ausl

Innovazione tecnica e tecnologica, integrazione clinica e organizzativa interna e adozione di modelli organizzativi innovativi. Sono queste le direttrici relative all'area sanitaria sulle quali si sta lavorando per l’integrazione del Policlinico di Modena con l’Ospedale Civile di Baggiovara.

In queste prime settimane dell'anno è stata avviato il progetto, co-finanziato dalla Fondazione Cassa di risparmio di Modena, per l'acquisto di un acceleratore lineare, di una Ct-Pet e l’aggiornamento di un altro acceleratore, per potenziare la fase diagnostica e terapeutica dei tumori testa-collo, pancreas e polmone.

Prevista anche la centralizzazione in un’unica sede di apparecchiature e attività relative alla biologia molecolare attraverso la creazione di una piattaforma comune fruibile dai professionisti delle diverse discipline cliniche; il progetto permetterà il miglioramento dell'accuratezza dei test (principalmente in campo oncologico e microbiologico).

Dal punto di vista organizzativo, inoltre, sono stati attivate integrazioni tra i professionisti operanti nei due presidi per quanto riguarda Emodinamica, Radiologia interventistica e Endoscopia digestiva. È stato inoltre avviato un progetto per potenziare le consulenze specialistiche a Baggiovara di professionisti del Policlinico per le discipline di chirurgia plastica, pneumologia, chirurgia maxillo-facciale e oculistica. 

Allo studio un progetto per riorganizzare Pronto soccorso e Medicina d'urgenza, al fine di aumentare l'appropriatezza dei ricoveri e facilitare la presa in carico dei pazienti; un altro progetto è dedicato all'assistenza integrata internistica e chirurgica di pazienti ortopedici con frattura del femore, con l’obiettivo di fornire un migliore inquadramento clinico delle loro condizioni generali e una riabilitazione precoce.  Altro progetto in via di sviluppo è quello dedicato al coordinamento del trasferimento dei pazienti con gravi cerebrolesioni acquisite, al fine di rendere il loro percorso assistenziale più agevole e appropriato.

Con l'avvio della fase sperimentale per la fusione dei due ospedali modenesi, inoltre, l'Ausl di Modena sta lavorando al riordino della rete dei servizi. Come ha evidenziato, infatti, il direttore sanitario Bianca Caruso nell'incontro della Cabina di regia, «la fusione avrà ricadute positive su tutta la rete con nuove opportunità che coinvolgono le Case della salute, gli altri ospedali del territorio e i percorsi dei pazienti».

Per quanto riguarda l'assistenza specialistica sono state integrate le attività di Oculistica, Dermatologia, Endocrinologia, Otorinolaringoiatria, Ematologia e Nefrologia. Allo studio anche una riorganizzazione delle aree chirurgiche negli ospedali di Carpi, Mirandola, Pavullo e Vignola e nella Casa della salute di Castelfranco Emilia.

Per quanto riguarda le Case della salute partiranno a breve i lavori per quelle di Modena nord e Carpi; già programmate quelle di Mirandola e Concordia e si sta lavorando agli studi di fattibilità per quelle di Modena sud, Montese e Formigine.  

Previsti anche gli OsCo a Finale Emilia e Mirandola; si tratta di ospedali di comunità, strutture   di   degenza   territoriale con la presenza di infermieri e operatori sociosanitari 24 ore su 24, con assistenza medica garantita da medici di Medicina Generale e dai Medici della Continuità assistenziale, con il supporto di specialisti.
Previsti anche gli Hospice di Castelfranco Emilia (nel 2019), nell'area nord e sud della provincia.   

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