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Fotomontaggio Kyenge. Rainieri (LN) si difende: "Macchina del fango"

Il consigliere Regionale del Carroccio non digerisce l'accusa a 15 mesi e ad un maxi risarcimento per diffamazione nei confronti di Cecile Kyenge: "Montatura ad arte"

All'indomani della condanna a 15 mesi per diffamazione - compresa del maxi risarcimento da 150mila euro - nei confronti dell'eurodeputata Pd Cecile Kyenge, Fabio Rainieri si difende e attacca la macchina mediatica. “Sono allibito davanti alla machina del fango montata ad arte solo per mettere a tacere l’avversario politico. Da più parti vedo sollevarsi accuse di discriminazione razziale nei miei confronti. Ma sono – e lo ribadisco ancora una volta con forza – accuse montate ad arte e che non hanno alcuna base di verità. Il fotomontaggio incriminato non ha alcun intento razzista".

A testimonianza di queste sue affermazioni, il consigliere leghista porta un esempio personale: "A chi mi accusa di essere razzista rispondo che nella mia azienda ho un dipendente di origine extracomunitaria e di religione islamica perfettamente integrato con il quale lavoro benissimo. Per questo mi spiace se qualcuno si è sentito offeso a seguito della pubblicazione di quel fotomontaggio e torno a sottolineare che, personalmente, non ho mai avuto alcuna intenzione di alimentare nessun genere di razzismo o di discriminazione - conclude Rainieri -  Attaccare una persona per il colore della sua pelle non è solo razzista ma è anche idiota. Così come lo è cercare di inventarsi un mostro quando questo non esiste”.

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