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Inchiesta appalti Policlinico, Bortolotti chiarisce la sua posizione

Il consigliere comunale M5S replica all'interrogazione presentata in Regione da Foti (FdI-AN) sull'esperienza lavorativa al Policlinico durante la gestione Cencetti

In attesa della risposta che la Giunta regionale dovrà fornire all'interrogazione del consigliere Foti (FdI-AN), è il diretto interessato, Marco Bortolotti, a fare chiarezza. Il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle di Modena, infatti, è stato oggetto di numerose domande circa i suoi rapporti con l'ex Direttore Generale del Policlinicio Cencetti, in relazione alle indagini per corruzione dell’inchiesta “Last business” per gli appalti al Policlinico.

Bortolotti ha affidato ad una nota online le proprie ragioni, per "trasparenza e per rispetto a tutte le persone che si stanno dando da fare per migliorare l’azione politica nel nostro paese", sottolineando come la magistratura non lo abbia mai sentito sull'argomento.
Per quanto riguarda l’inchiesta ad oggi non sono mai stato sentito da nessuno sull’argomento.

"In questi 12 anni di lavoro ho avuto 3 diversi Direttori Generali e nel tempo ho seguito molti progetti di informatizzazione e riorganizzazione del sistema informativo aziendale del Policlinico – spiega Bortolotti che ha lavorato dal 2001 al 2013 per il Policlinico – Come si legge nell’interrogazione è sicuramente vero che studiavo per laurearmi e cercare di fare un concorso per poter avere un posto da dipendente nella pubblica amministrazione e togliermi da una situazione di precarietà, ma non vedo nessun punto di conflitto con il mio ruolo".

Punto nevralgico dell'interrogazione è tuttavia il potenziale conflitto di interessi tra Bortolotti come consulente del Policlinico e poi come dipendente di un'azienda privata: "Nell’interrogazione viene detto che la ditta per cui lavoro è la stessa che ha fatto l’integrazione con gli armadi robotizzati ma le cose non stanno così. La ditta che ha sviluppato il progetto, oggi fa parte di un gruppo molto importante in Italia. Il nome di questa azienda è simile al nome della ditta per cui lavoro, ma non è la stessa. I soci proprietari della ditta per cui lavoro erano i soci fondatori anche dell’azienda venduta al gruppo che ha sviluppato l’integrazione, ma prima che io andassi a lavorare con loro i rapporti tra i miei datori di lavoro e questo importante gruppo erano già stati definitivamente interrotti, creando una azienda concorrente nel settore". 

"Tengo a sottolineare che da gennaio a settembre 2014 (durante la campagna elettorale in cui sfidò Muzzarelli al ballottaggio) io non lavoravo per nessuno; al termine della campagna elettorale ho vagliato le proposte lavorative cercando di trovare soluzioni che non mettessero in discussione il mio ruolo istituzionale, arrivando a rifiutare buone proposte lavorative che sarebbero state incompatibili".

"Altri sono i punti trattati nell’interrogazione come il riferimento al fatto che feci parte del gruppo di lavoro per la valutazione tecnica dell’armadio per la distribuzione farmaci in reparto dove diedi il mio parere, insieme ad altri, di caratteristiche specifiche per la definizione di un capitolato di gara. Nel caso del progetto SOS-NET (che tratta la raccolta delle Check-List di sala operatoria su base delle indicazioni OMS) i responsabili regionali erano la Direzione Sanitaria e il Controllo di Gestione; io li aiutai, come referente tecnico, solo per sviluppare l’analisi tecnica del progetto", chiosa il consigliere pentastellato.

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