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Verso la riapertura dei Cie. Modena in pole-position, ma si attende il Ministero

Muzzarelli a Roma per l'incontro con il Ministro Minniti fa sapere che ancora non sono state prese decisioni sulla riattivazione della struttura di via Lamarmora. Scetticismo nel Pd, ma i vertici regionali non chiudono le porte a Roma

Il nuovo Cie in Emilia-Romagna ospiterà fino a 100 stranieri, ma dove sorgerà? Modena è in pole position, dal momento che dispone della vecchia struttura pressoche integra, che potrebbe essere riattivata ad un costo minimo. Dall'incontro di oggi pomeriggio al Viminale tra il ministro Marco Minniti e il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, non arrivano però sviluppi concreti, e si rimanda ogni scelta a partire dall'incontro della Conferenza Stato-Regioni il 19 gennaio. 

"Nessuna decisione è stata presa", assicura Muzzarelli, il quale precisa che, in ogni caso, d'ora in poi ci sarà una distribuzione più equa dei migranti "in tutto il territorio". Mentre il sindaco di Bologna Virginio Merola in questi giorni ha ribadito di non volerne sapere di ospitare nuovi Cie in città, Muzzarelli resta meno arroccato, ma chiede certezze, sulla natura dei nuovi centri lanciati da Minniti. Lo stesso Partito Democratico emiliano ha mantenuto una poszione di apertura, nonostante lo scetticismo dilagante.

"Il ministro- fa sapere Muzzarelli stasera terminata la riunione a Roma- ha ribadito quanto detto presentando nelle scorse settimane la sua proposta: il modello sarà diverso rispetto ai vecchi Cie. Il 19 gennaio in sede di Conferenza Stato-Regioni presenterà il nuovo modello alle Regioni proponendo- spiega il sindaco- di aprire un nuovo centro per Regione con un massimo di 80-100 stranieri al suo interno", ma "soltanto quelli per i quali si renda necessario un controllo supplementare e l'identificazione".

Ogni Regione dovrà poi elaborare un programma ad hoc condiviso al suo interno sul singolo Cie: dunque, ad oggi, non c'è "nessuna decisione presa sull'ubicazione di quello emiliano-romagnolo", evidenzia Muzzarelli. Il quale attende dai prossimi decreti su immigrazione e sicurezza urbana "novità", e "più presidio del territorio". Intanto, il sindaco parla di "un ottimo clima e una grande disponibilità del ministro, per lavorare per l'obiettivo comune della sicurezza". 

Sui migranti più in generale, a Roma si è discusso della valorizzazione dei percorsi per la formazione, dell'insegnamento dell'italiano. Il ministro ha concordato con Muzzarelli sull'esigenza di velocizzare i tempi di rilascio dei permessi, che oggi rallentano il sistema e causano anche sovraffollamenti nelle strutture, e sull'importanza di aumentare i controlli nel territorio ed i meccanismi dell'espulsione, per chi è ancora sul territorio ma non deve più restare in Italia. 

"Ho anche avuto- aggiunge Muzzarelli- garanzie su altri punti oggi cruciali e delicati: la distribuzione dei profughi su tutto il territorio (oggi non c'è equilibrio), i tempi per i pagamenti per le società che gestiscono le strutture e sui Comuni che stanno ospitandoli". Per questo "ho preso positivamente atto che il decreto in uscita prevederebbe la liquidazione diretta alle amministrazioni che ospitano cittadini stranieri. Questo dà certezze ed è una misura di equità".

(DIRE)

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