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Profughi, i sindaci istituiscono un tavolo di cordinamento. Solo Finale Emilia voce fuori dal coro

I primi cittadini dei comuni modenesi hanno condiviso alcune strategie per l'accoglienza e hanno scritto al Governo. Chiesta maggiore informazione preventiva sui nuovi arrivi. Ancora nessuna certezza sul Cpr di Modena

Parte il tavolo di coordinamento dei sindaci modenesi sul tema profughi, con l'obiettivo di dare un contributo per migliorare la gestione del problema, secondo un criterio di accoglienza diffusa ed equilibrata sul territorio provinciale. E' quanto è emerso dall'incontro dei sindaci, che si è svolto martedì 18 luglio, nella sede della Provincia, su iniziativa del presidente Gian Carlo Muzzarelli, dopo l'ennesima riunione convocata dal Prefetto per far fronte ai costanti arrivi di richiedenti asilo.

I sindaci hanno deciso anche di inviare una lettera al Governo e alla Regione per porre il tema delle risorse necessarie per favorire le politiche di integrazione: la formazione professionale, soprattutto dei minori, lo sviluppo dei lavori socialmente utili, ma anche delle politiche di cooperazione internazionale per offrire sempre maggiori opportunità nei paesi di origine. Nel corso dell'incontro si è parlato anche dell'ipotesi del Centro rimpatri (Cpr) a Modena; anche se non è ancora stata presa alcuna decisione, i sindaci in ogni caso chiedono garanzie in particolare sul tema della sicurezza senza pesare sul presidio delle forze dell'ordine sul territorio e risorse adeguate.

Nel corso della discussione tutti i sindaci, tra cui Claudio Pistoni, sindaco di Sassuolo, Luciano Biolchini, sindaco di Pavullo, Michele Canali, sindaco di Prignano, Francesco Tosi, sindaco di Fiorano, Alberto Borghi, sindaco di Bomporto, Massimiliano Morini, sindaco di Maranello, Alberto Bellelli, sindaco di Carpi, Umberto Costantini, sindaco di Spilamberto, e Luciano Mazza, sindaco di Montese,  hanno sottolineato l'importanza dell'avvio del coordinamento come punto di riferimento comune, confermando che il metodo dell'accoglienza diffusa è l'unico praticabile e che «nessuno si tira indietro di fronte a questa emergenza».

Unico dissenso, come già noto, è arrivato dal sindaco di Finale Emilia Sandro Palazzi che ha contestato «il modello dell'accoglienza che è da cambiare bloccando gli arrivi, noi non siamo disponibili ad affrontare la questione». Di modello che non funziona ha parlato anche Simone Pelloni, sindaco di Vignola, che ha chiesto il coinvolgimento degli enti locali nelle scelte ribadendo un maggior equilibrio sulla distribuzione nei territori per evitare tensioni, ma non alzando barricate.

Il metodo della condivisione delle scelte è stato evidenziato anche da Giandomenico Tomei, sindaco di Polinago, da Sauro Borghi, sindaco di S.Prospero, e Maria Costi, sindaco di Formigine, mentre Alberto Silvestri, sindaco di S.Felice, ha ricordato che il percorso condiviso con la Prefettura per gestire, anche nell'area del cratere, piccoli numeri di profughi e in modo graduale. Diversi sindaci hanno posto la questione della difficoltà di reperire alloggi a livello provinciale e la necessità di evitare, come ha ricordato Stefano Reggianini, sindaco di Castelfranco Emilia, la concentrazione nelle stesse zone e l'utilizzo di spazi non idonei ad una accoglienza dignitosa, puntando su attività di coinvolgimento nei lavori socialmente utili, sui percorsi di integrazione senza trascurare il tema della necessità di accelerare i tempi di rilascio dei documenti. Concetti ripresi anche da Emilia Muratori, sindaco di Marano, e da Gianfranco Tanari, sindaco di Zocca. 

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