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Sardine, lo spot elettorale per Bonaccini divide la sinistra e la piazza

L'appello al voto per il candidato Pd, rivolto dagli organizzatori locali alla convention modenese del Pd, non piace alla sinistra alternativa a Bonaccini e crea malumori

Quello che in molti avevano previsto, alla fine è successo. La straordinaria partecipazione di piazza delle cosiddette "Sardine" non poteva non avere un riverbero elettorale, come impone la campagna per le Regionali 2020. E' accaduto al'altra sera alla Polivalente G.Pini di Modena, dove gli organizzatori della manifestazione di piazza Grande del 18 novembre scorso sono saliti sul palco della convention di apertura della campagna elettorale di Bonaccini, rivolgendo alla platea un appello diretto a votare il candidato del Pd il prossimo 26 gennaio.

Gli studenti che hanno lanciato l'iniziativa sull'esempio di quanto accaduto a Bologna - e che si sta replicando in tutta Italia - passano quindi da una protesta "contro" ad una campagna elettorale "pro". Dagli slogan contro Matteo Salvini e il populismo a quelli per Stefano Bonaccini e la sua esperienza di "buon governo" della Regione nei passati 5 anni.

Una scelta politica legittima da parte degli organizzatori modenesi, che tuttavia non piace a tutta la piazza. Le "sardine", scese in piazza Grande senza simboli di partito e senza rivendicazioni elettorali sono infatti un movimento eterogeneo e non assimilabile ad una sola forza politica o ad una coalizione elettorale. Proprio per la loro scelta di essere semplicemente contro qualcuno e qualcosa - la Lega ed il suo leader - i manifestanti avevano provenienze differenti e incompatibili: tanti esponenti del Pd, certamente, ma anche tanti elettori delle forze che si schierano a sinistra dei dem, dagli alleati della coalizione modenese ed emiliano-romagnola (Sinistra per Modena, Verdi) fino alla sinistra radicale di Potere al Popolo o de L'Altra Emilia Romagna.

La maggiore affinità dei promotori della manifestazione, almeno a livello modenese e bolognese, è da ricercarsi negli ambienti della sinistra universitaria, che da qualche anno ha mutato la propria geografia, trovando riferimenti a sinistra del Pd: non più una correlazione con il "partitone", quanto piuttosto un riferimento più liquido ai movimenti a sinistra del Pd e alla Cgil, come racconta l'esperienza di Udu (Unione degli Universitari). Proprio questo attingere ad un "mondo di mezzo", proponendo una nemico comune, è stata la forza della piazza. Ma ora rischia di trasformarsi nella sua debolezza e in motivo di divsione.

Lo sottolineano le tante reazioni piccate alla spot elettorale pro Bonaccini dell'altra sera. Tra queste anche quella di Marta Collot, candidata presidente per Potere al Popolo, che con il suo intervento ben sintetizza un sentimento diffuso a sinistra: "Strana concezione quella dei rappresentanti delle sardine, che non vogliono schierarsi politicamente, ma si schierano con il Pd. Mi sembra di capire che questo stia creando dei malumori fra quelle sardine che sono scese in piazza contro Salvini ma non per portare l'acqua al mulino del Pd. Non schierarsi - avverte ancora l'esponente di Potere al popolo - è spesso una maniera per schierarsi. Allora voi schieratevi. E non solo contro la Lega, ma anche contro chi vuol farvi abboccare al suo amo 'democratico' ancora una volta, perchè fanno schifo entrambi. La nostra proposta è semplice: bene non legarsi, ma bisogna nuotare fuori dalla rete tesa dal Pd".

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