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Dalla Maserati a Confindustria, corteo a Modena per lo sciopero generale della Cgil

Il sindacato rilancia la protesta sul piano locale, affrontando i grandi temi del lavoro. Disagi in vista in molti settori il prossimo 10 maggio, con una manifestazione di piazza durante la mattinata

Sciopero generale provinciale della Cgil di Modena con astensione dei settori pubblico e privato giovedì 10 maggio 2018. Lo sciopero provinciale sarà di 8 ore (o per l’intero turno di lavoro) ed esteso ai lavoratori di tutti i settori, pubblico e privato. Lo hanno annunciato oggi i vertici del sindacato, dopo l'anticipazione in occasione della visita di Susanna Camusso nei giorni scorsi. Tanti i temi al centro delle rivendicazioni: dalla riforma delle pensioni agli ammortizzatori sociali, dal contrasto alla precarietà sino alla lotta ad illegalità ed appalti irregolari. Senza dimenticare il contrasto alle crisi e alle chiusure di aziende sul territorio. 

E’ prevista una manifestazione in città, con corteo in partenza alle ore 9.30 dalla sede di Maserati Auto (via Ciro Menotti) sino a raggiungere la sede di Confindustria Modena (viale Bellinzona) dove si terrà un comizio conclusivo di Manuela Gozzi segretario generale Cgil Modena. 

Maserati è stata scelta come azienda simbolo proprio per l’incertezza sul sito produttivo visto che, come sottolinea il sindacato, "non si conoscono i modelli di auto da produrre nei prossimi mesi per rilanciare lo stabilimento del Tridente modenese, che anzi vede restringersi gli spazi produttivi e calare gli occupati in produzione".

Anche la scelta della sede di Confindustria è emblematica, perché si vuole richiamare l’associazione d’impresa a "responsabilità sulla tutela del patrimonio industriale e la salvaguardia dell’occupazione, a fronte di chiusure di stabilimenti da parte di multinazionali e non solo, sfruttamento e appalti irregolari, crisi aziendali". 

Fra gli altri temi dello sciopero provinciale vi è il contrasto alla riforma Fornero delle pensioni e la rivendicazione del lavoro per i giovani, a fronte di scelte in legge di Stabilità inadeguate ad imprimere un cambiamento alle politiche industriali e al rilancio del mercato del lavoro. La seconda fase della trattativa governo-sindacati sulle pensioni dello scorso autunno, non ha dato risposte adeguate sui diversi temi della piattaforma, in particolare su adeguamento dell’aspettativa di vita e sull’uscita flessibile alla pensione e una pensione contributiva di garanzia per i giovani.

La Cgil chiede ancora che a Modena si affermi un "modello di sviluppo basato sulla legalità e un maggior controllo del sistema degli appalti, che spesso sono irregolari e fondati sullo sfruttamento del lavoro come ha evidenziato la stessa vertenza Castelfrigo". Si chiede anche un’attenzione al lavoro femminile che rischia di essere svalorizzato e di non poter esprimere le proprie potenzialità come dimostra il record delle dimissioni delle neo-mamme (25.000 a livello nazionale) secondo gli ultimi dati a disposizione.

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