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Servizi, dal 2006 al 2010 un milione di euro di rette non pagate

L'assessore alle Politiche Sociali Francesca Maletti: "Negli ultimi anni abbiamo riscontrato delle anomalie tra il reddito dichiarato e la situazione reale segnalando la cosa a Fiamme Gialle e Procura"

“Nel quinquennio 2006-2010 la somma richiesta di compartecipazione ai servizi di residenze, semiresidenze, assistenza domiciliare, appartamenti protetti e spazi anziani è stata di quasi 47 milioni 58 mila euro. Di questi, 46 milioni 55 mila euro, pari al 97,9% sono già stati incassati, mentre circa un milione duemila 900 euro non sono stati versati”. Così l’assessore alle Politiche sociali Francesca Maletti rispondendo oggi pomeriggio in Consiglio comunale all’interrogazione dei consiglieri Paolo Trande e Giuliana Urbelli del Pd sulle rette non pagate dei servizi dell’assessorato.

NON PAGANTI - “Della somma non corrisposta, 685 mila euro sono iscritti a ruolo, la riscossione cioè è demandata a Equitalia, 14 mila verranno versati con un piano di rateizzo già sottoscritto, per 62 mila 400 sono state aperte cause legali e 241 mila, pari allo 0,51%, sono presunti inesigibili”, ha spiegato l’assessore. Maletti ha inoltre spiegato che non sono stati fatti studi statistici sul profilo socio-economico dei non paganti, “ma ritengo di poter dire che il non pagamento è trasversale ai diversi scaglioni di reddito”. “Non è possibile ipotizzare il coinvolgimento del Consiglio tributario, in quanto una nuova norma ne ha previsto la cancellazione. Nell’assessorato, inoltre, non è previsto un ufficio che si occupa in modo specifico delle morosità, perché la compartecipazione riguarda servizi diversi tra loro anche dal punto di vista amministrativo”, ha affermato l’assessore precisando che due operatori dedicano parte del loro tempo a queste attività.

ANOMALIE - Francesca Maletti ha spiegato come il Comune di Modena definisca con propri regolamenti i requisiti per l’accesso ai servizi e per la determinazione dell’importo delle rette: “Tra questi particolare incidenza ha il reddito dell’utente e, a volte, della famiglia, dato che si evince dall’Isee o da dichiarazioni reddituali. Negli ultimi anni – ha proseguito – in seguito a controlli abbiamo riscontrato delle anomalie tra il reddito dichiarato e la situazione reale, e abbiamo apportato adeguamenti alle rette e alle graduatorie ed effettuato le opportune segnalazioni alla Guardia di finanza e alla Procura”

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