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Lega davanti al Pd anche in Emilia, i dubbi sullo slittamento del voto al 2020

Tornano a farsi sentire le voci già emerse qualche mese fa circa un possibile rinvio di qualche mese del voto per le Regionali. Il Pd si conferma alle Amministrative, ma deve fare i conti con l'avanzata della Lega annunciata dalle Politiche 2018 e confermata domenica scorsa alle Europee

Il dato relativo alle consultazioni per l'Europarlamento in Emilia-Romagna sorride alla Lega di Salvini, tanto da mettere ormai a rischio la nomea di “regione rossa” la contraddistingueva. Il dato finale sancisce il fatto che il partito di Matteo Salvini conquista il 33,77% dei voti, mentre il Pd si ferma al 31,25%, certificando così un trend già in essere dalle scorse elezioni politiche del marzo 2018. Un cambiamento per certi versi epocale che apre scenari nuovi e pone una seria riflessione agli attuali amministratori.

Ne è consapevole Stefano Bonaccini, il quale ha commentato a caldo questo dato, spiegando da parte sua che per provare a vincere, con la Lega che avanza, bisogna aprire un "cantiere" per dare forma ad un nuovo centrosinistra in salsa civica, magari sul modello di quei Comuni dove le cose sono andate bene nonostante il "vento" salviniano. Ciò che serve secondo il governatore Pd è un'"apertura vera" alla società civile. "Bisogna aprire alla società, prendere le proposte migliori, mettere le persone in condizione di sentirsi parte di un processo nuovo". 

Una linea che si è dimostrata vincente per i dem in molti comuni, a partire proprio dalla città di Modena e dalla coalizione eterogenea che sosteneva Gian Carlo Muzzarelli. Una linea che ad oggi sembra l'unica in grado di arginare l'avanzata leghista: il Carroccio da parte sua ha dimostrato di volare sulle ali dell'entusiasmo grazie ad un voto “di opinione” ma di faticare ad imporsi sui territori, frutto di una classe dirigente fin troppo acerba e di alleanze ben poco incisive.

Ma a tenere banco oggi non è tanto la disquisizione sul possibile esito elettorale, quanto piuttosto la sua collocazione temporale. La scadenza naturale del mandato di Bonaccini e dell'attuale Assemblea Legislativa è tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre 2019, ma alcune voci tra gli addetti ai lavori ipotizzano un possibile slittamento. Già nei mesi scorsi, infatti, era emersa la possibilità di fissare le elezioni ai primi del 2020, a detta dell'attuale maggioranza per consentire in maniera più agevole l'approvazione del bilancio dell'anno solare.

Un'ipotesi che il centrodestra rigetta in pieno. "L'ipotesi di posticipare le elezioni regionali  nel 2020 è semplicemente lunare. Capisco che il trionfo della Lega alle europee preoccupi qualcuno, ma qui sono in ballo i diritti dei cittadini elettori e l'interesse generale ed esclusivo della nostra regione. Inutile arrampicarsi sugli specchi, magari per due o tre stipendi in più. Non c'è spazio per sotterfugi furbetti né per cavilli improbabili”, attacca la senatrice leghista Lucia Borgonzoni, chiacchierata proprio come possibile sfidante di Bonaccini.

“Occorre viceversa votare appena possibile, a fine ottobre, anche per evitare che i rigori dell'inverno favoriscano l'astensione. Se il Pd avesse davvero rispetto degli elettori si muoverebbe in questa direzione", rincarano la dose il capogruppo di Forza Italia in Regione Andrea Galli, insieme al collega Michele Facci di Fratelli d'Italia.

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