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Amministrazione, si studia una forma associativa tra sette comuni

Modena insieme a Castelfranco, San Cesario e i quattro dell'Unione del Sorbara per una sorta di "super-comune". Al via un percorso in collaborazione con l'Anci per verificare la fattibilità del progetto

Un territorio di 447 chilometri quadrati (il 17% del territorio provinciale) con una popolazione residente di 260 mila persone, il 37% di quella dell’intera provincia. Questi i numeri del progetto avviato dal Comune di Modena insieme ai Comuni di Castelfranco, San Cesario e ai quattro dell’Unione del Sorbara (Nonantola, Bastiglia, Bomporto e Ravarino), uno studio in collaborazione dell'Anci per verificare la fattibilità di una nuova forma associativa capace di garantire “la qualità dei servizi e l’efficacia dell’azione amministrativa” in un quadro di risorse in calo e in un nuovo scenario istituzionale.

SETTORI - Dal welfare alla mobilità, dalle infrastrutture alla gestione degli appalti, dai servizi informatici agli sportelli per le imprese: questi alcuni degli ambiti di attività che si possono sviluppare in collaborazione tra più enti locali con l’obiettivo di investire “sull’innovazione istituzionale per accrescere l’efficacia dell’azione amministrativa”, ottimizzando le risorse e poter così contare sui risparmi che si possono realizzare grazie alle economie di scala. Il protocollo d’intesa, sulla base del quale è anche stato chiesto un contributo economico alla Regione per sostenere lo studio di fattibilità, che ha un costo complessivo di 25 mila euro, è stato sottoscritto oggi, venerdì 18 maggio, dai sindaci di Modena, Giorgio Pighi; Castelfranco, Stefano Reggianini; San Cesario, Valerio Zanni; Nonantola, Pier Paolo Borsari; Bastiglia, Sandro Fogli; Bomporto, Alberto Borghi; Ravarino, Marino Gatti.

PROTOCOLLO - “Il bacino territoriale – è spiegato nel protocollo sottoscritto – è sotto molti aspetti omogeneo e con plusvalori dimensionali e qualitativi notevoli, rappresenta un ambito di grande rilievo strategico nel quale la costituzione di un piano d’area può promuovere un profilo politico-istituzionale e gestionale in grado di dare nuovo e significativo impulso allo sviluppo e al miglioramento della qualità della vita del territorio”. Lo studio di fattibilità, che richiederà circa sei mesi di lavoro, prenderà in esame sia gli aspetti relativi all’area istituzionale, per valutare i modelli di governo e rappresentanza dei territori, sia quelli relativi all’individuazione dei servizi per i quali è possibile definire forme gestionali comuni. Un approfondimento specifico, inoltre, sarà riservato all’analisi dell’identità del nuovo soggetto e alla sua comunicazione a supporto delle attività sovra-comunali.

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