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Terremoto, il Senato approva il decreto: gli aiuti diventano legge

Palazzo Madama approva ad ampia maggioranza gli aiuti per le province colpite dal sisma: a sorpresa, il Senatore Giovanardi contravviene alle indicazioni "modenesi" e vota a favore

Gli aiuti per la Bassa colpita dal Terremoto sono diventati legge. Oggi pomeriggio, il Senato ha approvato ad ampia maggioranza (247 sì, 11 no e 4 astenuti) il decreto del Governo sugli aiuti alle zone colpite dal sisma del maggio scorso. Il testo prevede lo stanziamento di sei miliardi a fondo perduto per le spese di ricostruzione per il sisma in Emilia, come spiegato dal Ministro dell'Economia Vittorio Grilli in una missiva recapitata ai Governatori di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto: concretamente, si tratta di risorse utilizzabili "direttamente dai soggetti danneggiati nella forma di un contributo a fondo perduto, senza oneri, interessi e altri costi, con procedure particolarmente snelle, negli importi che saranno loro riconosciuti secondo i criteri fissati - ha spiegato - I cittadini e le imprese avranno a disposizione queste risorse a decorrere dal primo gennaio, immediatamente dopo il riconoscimento del contributo da parte del commissario ed avranno il vantaggio di poter governare personalmente i processi di loro impiego e monitorare i tempi di utilizzazione delle risorse per la ricostruzione".

CRITERI - Come spiegato dal Presidente Errani, commissario per la ricostruzione, i cittadini dovranno ottenere l'approvazione da parte della Regione del preventivo dei danni subiti, dopodichè, attraverso le banche convenzionate, potranno farsi aprire, senza costi, una linea di credito pari all'80% del danno riconosciuto. A quel punto, potranno scegliere un'impresa di fiducia a cui affidare il lavoro (in corso la definizione di meccanismi per scongiurare infiltrazioni della criminalità organizzata) dopodichè dovranno autorizzare gli stati di avanzamento che saranno pagati, direttamente, dalle banche alle imprese. In pratica, i cittadini non toccheranno i soldi, ma saranno responsabili della realizzazione dei lavori e della loro rapidità. Stesso discorso vale per strutture e macchinari delle imprese colpite. Secondo il Governatore Errani, "Si tratta di una procedura molto semplificata e allo stesso tempo trasparente e senza oneri aggiuntivi per i cittadini - ha chiarito - Abbiamo però anche l'obiettivo di anticipare il più possibile l'inizio di questi lavori perchè, come abbiamo sempre detto, la fase della ricostruzione non deve essere distinta da quella dell'emergenza". Dal punto di vista finanziario, ci sarà una triangolazione fra Stato, Agenzia delle Entrate e Cassa depositi e prestiti per garantire il maxi-finanziamento da sei miliardi che sarà aperto per consentire ai cittadini ed alle imprese colpite di avere a disposizione i soldi fare i lavori.

GIOVANARDI - Il partito modenese aveva fatto fuoco e fiamme e lui aveva risposto affermativamente alla chiamata alle armi: questo testo non s'ha da approvare, era il diktat. Invece, Carlo Giovanardi, Senatore Pdl modenese, ha votato la fiducia al decreto. "Soltanto per senso di responsabilità votiamo il provvedimento con il rammarico che ancora una volta non sia stato possibile modificare il testo pervenuto dalla Camera anche nelle parti più richiedevano palesemente un cambiamento", ha spiegato Giovanardi dopo che il voto alla fiducia da parte del Gruppo Pdl al Senato "malgrado gli evidenti limiti del provvedimento e il quadro di confusione normativa e carenza di risorse". Giovanardi nel suo intervento ha lamentato che dai 2 miliardi, che erano stati già stanziati per l'emergenza, ben 900 sono stati "sottratti per garantire nel 2013 e 2014 prestiti agevolati, mentre contemporaneamente con altro provvedimento si è allargato il numero dei beneficiari della sospensioni degli adempimenti tributari e fiscali ad altri 180.000 abitanti dei comuni di Ferrara e Mantova, con la clausola però che andranno a concorrere sui fondi già stanziati". Giovanardi, infine, ha chiesto al Governo anche di fare chiarezza sul meccanismo che garantisce ai beneficiari di mutui derivanti dai 6 miliardi forniti dalla Casse depositi e prestiti alle banche, un credito di imposta fruibile esclusivamente in compensazioni: "È necessario che come nel decreto a suo tempo licenziato dal governo Berlusconi si dica chiaro e tondo che per l'abitazione principale il rimborso deve essere integrale".

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