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Incidente mortale in A1, "Verificare le recinzioni, più controlli sui cinghiali"

Il Presidente della Provincia Tomei interviene a seguito del drammatico incidente costato la vita ad un giovane di Castelnuovo Rangone

«I gestori delle autostrade devono garantire la sicurezza e la percorribilità dedicando cura e attenzione alla manutenzione delle protezioni ai margini della strada, tenendo conto che la presenza dei cinghiali e delle specie nocive è in crescita esponenziale da circa un decennio». Lo afferma Gian Domenico Tomei, presidente della Provincia di Modena, a proposito dell'incidente lungo l'A1 a Lodi provocato dall'attraversamento della carreggiata di un gruppo di cinghiali dove ha perso la vita Slavomir Lombardi, residente a Castelnuovo Rangone.

«Il cordoglio e il dolore - aggiunge Tomei - che esprimiamo ai familiari deve essere accompagnato da una seria riflessione su come migliorare gli interventi di controllo sulla fauna selvatica perché la presenza di animali sulle strade a grande percorrenza preoccupa sempre di più anche nel modenese».

Per Tomei, oltre ai maggiori controlli in particolare sulle autostrade, occorre «ridefinire le strategie delle politiche faunistiche al fine di rendere ancora più efficaci gli interventi di selezione e controllo, nonostante gli sforzi compiuti in questi ultimi anni. Tuttavia - aggiunge Tomei - il ridimensionamento delle Province ha allontanato la gestione delle politiche e delle strategie faunistico-venatorie dal territorio, rendendole più complesse e meno immediate, quando invece occorre garantire interventi rapidi ed efficaci».

Occorre quindi «definire rapidamente il ruolo delle Polizie provinciali, responsabili del coordinamento dei piani di controllo, rimasto compresso  fra molteplici tentativi di riforma che ancora oggi vedono separata la gestione delle strategie in campo faunistico dall'attività di controllo».

Poi c'è il tema del forte calo, anche a Modena,  dei cacciatori, scesi a circa tre mila nel modenese, e di conseguenza dei selecontrollori e coadiutori che si dedicano all'attività definita dai piani di controllo (oggi quelli effettivamente in attività sono circa 700), con una crescente difficoltà nella gestione delle specie nocive o nel controllo della presenza di ungulati in zone di pianura. Per affrontare questi problemi, Tomei propone di potenziare le Polizie provinciali, ridurre gli Atc modenesi da tre a due per garantire una maggiore omogeneità ed efficacia negli interventi di controllo e di aprire la possibilità di svolgere l'attività di coadiutore anche a chi non è cacciatore.

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