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Unimore guida la protesta degli Atenei: “Basta tagli da Roma”

L'università modenese è tra le più virtuose in termini di bilanci, ma si fa portavoce del malcontento con la campagna "Per una nuova primavera delle Università". Il Rettore Andrisano: “La pazienza è finita”

L'Università di Modena e Reggio Emilia rilancia in Emilia-Romagna la mobilitazione nazionale contro i tagli del Governo agli atenei. In vista dell'incontro a tema tra i rettori regionali oggi pomeriggio nell'aula di Santa Lucia a Bologna, Unimore si arma di numeri per dare peso alla campagna "Per una nuova primavera delle Università", sollecitando il ministero ma anche la Regione. Prima di premiare 36 giovani laureati, dottorati e ricercatori che nel corso del 2015 si sono distinti per le loro tesi e i loro lavori, oltre alla consegna degli attestati ai docenti docenti e al personale tecnico-amministrativo che va in pensione, Andrisano e i suoi collaboratori ne parlano in conferenza stampa alla Fondazione Marco Biagi. 

In Emilia-Romagna, in realtà, Unimore (dati del "Sole 24 Ore" pubblicati il mese scorso) è l'Ateneo che registra meno contrazioni di risorse, nonostante non ne siano piu' arrivate da diversi anni a questa parte sull'edilizia e sull'ammodernamento dei laboratori: tra 2014 e 2010, sugli incassi Modena-Reggio ha segnato un -1,2% e sul fondo di finanziamento ordinario (106,6 milioni nel 2014) un -2,6%. Rispettivamente, Bologna segna -10,7% di incassi e -13,9& di fondo (393,8 milioni nel 2014); Ferrara -11,9% e -13,4% (87,4); Parma -18,4% e -22,5% (127,9). Unimore ha calmierato il calo delle entrate grazie all'assegnazione di quote premiali sul fondo e alle tasse studentesche, visto il costante aumento di immatricolati. Solo altri sei Atenei in Italia, da questo punto di vista, sono riusciti a fare meglio. Tuttavia, ricordano Andrisano e colleghi, anche Unimore sconta difficoltà nell'assumere nuovi ricercatori e professori ordinari, mentre sugli associati qualche ingresso si è registrato un paio d'anni fa.

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In ogni caso, anche secondo Andrisano la dieta imposta da Roma sta complicando la vita agli Atenei non poco: "Sono 10 anni che i tagli continuano, in Italia siamo in condizioni molto critiche. Pesa piu' che mai una scarsa attrattività per la carriera universitaria in Italia: si entra a 35 anni e si diventa professione di ruolo a 50...". Se in media il calo dei finanziamenti centrali al sistema pubblico è sceso del 5%, il sistema universitario in media accusa un -13%: il turnover è ridotto ai minimi termini, mentre il finanziamento pubblico complessivo è di 6-7 miliardi di euro contro i 26, ad esempio, della Germania. Allo stesso tempo, tra l'altro, le borse di studio in Emilia-Romagna vengono esaurite al 100%, indice di efficienza anche secondo Modena-Reggio. 

(DIRE)

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