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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Nuova legge sul biotestamento, restano valide le volontà depositate in Comune

L’assessora Ferrari ha risposto all’interrogazione del consigliere Rocco (Art Uno – Mdp -Per me Modena) sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento dopo la legge approvata

“Anche con la Legge nazionale sul ‘Biotestamento’, le 287 dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) redatte dai modenesi dal 2010 (di cui 15 nel 2017 e 8 dall’entrata in vigore della legge) sono regolarmente depositate al Registro del Comune all’Ufficio di Stato Civile. E lo stesso registro ha caratteristiche tali da poter essere mantenuto in vigore, con alcuni adeguamenti, anche dopo l'emanazione della nuova legge, rappresentando, a mio parere, un simbolo della lungimiranza, del coraggio e della sensibilità dei modenesi”.

Lo ha detto l’assessora Ludovica Ferrari, con deleghe anche ad Anagrafe e Stato civile, rispondendo in Consiglio lunedì 26 marzo a una interrogazione del consigliere Francesco Rocco (ArtUno- MdP – Per me Modena) che chiedeva “quanti ‘testamenti biologici’ sono stati autenticati e registrati presso il Comune di Modena; se il loro contenuto è utilizzabile anche dopo la approvazione della legge, e se si ritenesse di superare il Registro del Comune attualmente in vigore”.

L’assessora ha ringraziato il consigliere “per aver riportato all’attenzione dell’Aula un tema sensibile e importante, che per Modena rappresenta una scelta e un percorso di civiltà, iniziato già dieci anni fa”. Già nel 2008, infatti, Modena ebbe un ruolo di precursore, con la sentenza del Tribunale che prevedeva la figura di un Amministratore di Sostegno in favore di un soggetto impossibilitato a esprimersi in merito alle proprie condizioni. Ed è stato nel 2010, ha ricordato Ferrari, che il Comune di Modena ha istituito il Registro delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento a disposizione di coloro i quali intendessero, in attesa di una norma nazionale definita, indicare la propria volontà qualora, in futuro, si trovassero nella condizione di essere incapace di intendere e di volere. “Ma per ancora molti anni – ha proseguito l’assessora - l’Italia è rimasta senza una norma che desse un quadro chiaro in termini di diritti e doveri sul tema. Coerentemente con la storia della città, invece, e proprio per la sensibilità e la lungimiranza di questo Consiglio, in attesa della legge oggi in vigore, Modena dal 2010 ha istituito un proprio Registro delle Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat). In quest’Aula ci si è riferiti a una materia delicatissima con la volontà di offrire a tutti i cittadini la garanzia del necessario ascolto e della forza civile di una comunità. Un segnale politicamente rilevante e di civiltà – ha concluso Ferrari - per una terra che ha nella propria storia l’altissimo rispetto per la persona e le libertà in un quadro di diritti e doveri per l’intera comunità. Proprio grazie all’equilibrio con il quale la materia fu trattata allora, oggi le azioni intraprese allora sono state confermate dalle norme nazionali”.

Infatti, la Legge 219 del 14 dicembre 2017 sulle disposizioni anticipate di volontà, in vigore dal 31 gennaio 2018, ha autorizzato i Comuni già operativi nella raccolta dei biotestamenti a mantenere valido il proprio operato e le dichiarazioni raccolte. L’ufficio di Stato civile di Modena, nei giorni subito successivi all'entrata in vigore, ha interrotto per un brevissimo periodo la prenotazione degli appuntamenti per adeguare la sua procedura alla nuova normativa.

Gli adeguamenti richiesti per il Registro riguardano l'esclusione del pagamento dell'imposta di bollo, la possibilità di indicare un unico fiduciario, l'esclusione dell'indicazione dei soli soggetti autorizzati a ricevere informazioni sul deposito delle Dat; l’informazione che, in assenza di nomina di un fiduciario, le Dat possono essere comunque ricevute dall'ufficio e avranno stessa forza giuridica delle altre.

In chiusura del suo intervento l’assessora Ferrari ha ricordato che è possibile intervengano sulla questione nuove circolari ministeriali, e che si sta lavorando insieme alle strutture sanitarie per comprendere come si organizzeranno per raccogliere per raccogliere le informazioni sulle Dat degli utenti.

Intervenendo dopo l’assessora, Simona Arletti del Pd, ha detto di concordare con lei: “su un tema delicato Modena ha saputo dare il meglio di sé dimostrando come istanze dal basso possono essere anticipatorie e portate all’interesse nazionale. La risposta del Comune fu coraggiosa: fummo i primi e tanti ci sconsigliavano, ma c’era la volontà di andare avanti e si trovò una soluzione equilibrata che garantiva ai cittadini il diritto di lasciare le proprie indicazioni. Resta aperta la questione delle strutture sanitarie che devono essere messe in grado di conoscere la scelta fatta dalle persone. Quella del Dat è una possibilità conosciuta ma non quanto potrebbe”.

Il consigliere Francesco Rocco (Art Uno – MDP – Per me Modena) ha sottolineato che “in questa battaglia ci ho creduto e l’ho combattuta personalmente. Modena ci è arrivata prima degli altri, ma la necessità della legge era evidente, e ora sarebbe opportuno trovare i modi per farla conoscere meglio”.

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