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Variante per l'ex Consorzio Agrario, il Comune "spacchetta" i terreni

Presentata in commissione la proposta di variante al Poc per il terreno conteso da Coop ed Esselunga: suddivisione in tre aree per consentirne lo sviluppo autonomo. L'Assessore Giacobazzi: "Stop al degrado, sarà possibile la trasformazione urbanistica"

L'area dell'ex Consorzio Agrario, meglio nota come il ring ai cui angoli siedono da molti round Coop Estense ed Esselunga, è stato oggetto di una variante al Piano Operativo Comunale, che, nelle speranze dell'Amministrazione, dovrà portare all'uscita dall'attuale stallo che non fa altro che consegnare quella parte di città al degrado. La proposta è stata presentata oggi in commissione consigliare e prevede, in estrema sintesi, la possibilità per ciascun proprietario di costruire sul proprio terreno in modo autonomo, mantenendo in proporzione le originarie destinazioni d'uso.

Liberi tutti, perciò. L'area è ripartita, come noto, fra tre proprietari: Esselunga che detiene il 75%, Coop che controlla il 14% e il Comune di Modena che ha mantenuto la proprietà di quell'11% adiacente alla rotatoria di via Canaletto-Finzi. Secondo la variante, le capacità insediative e le destinazioni d’uso verranno ripartite sulle nuove aree elementari in quota proporzionale rispetto alle rispettive superfici territoriali: sia per la parte residenziale, sia per le attività produttive, sia per le infrastrutture, oltre ovviamente al vero oggetto del contendere, ossia quella superficie che dovrebbe ospitare un centro commerciale di medie dimensioni. Ciò implica che, potenzialmente e banalmente, potrebbero sorgere due identici supermercati dei due marchi rivali, esattamente uno di fronte all'altro.

“Il Comune – spiega l’assessore alla Programmazione e gestione del territorio Gabriele Giacobazzi – nel corso del tempo ha fatto numerosi tentativi affinché le proprietà coinvolte arrivassero alla formulazione di una ipotesi progettuale congiunta, così come era previsto dallo strumento urbanistico in modo da garantire un’attuazione coordinata del comparto. Questo fino a oggi non è stato possibile e, come annunciato da tempo anche in Consiglio, abbiamo ritenuto necessario un intervento che sblocchi quell’area da troppo tempo in degrado, un’area di oltre 111 mila metri quadri che giudichiamo strategica per lo sviluppo della città”.

Quali saranno le reali ricadute di questa variante è però molto difficile da prevedere. Il Comune, da parte sua, manterrà la potestà di controllo sui futuri piani particolareggiati, vincolando così la possibilità di realizzare quegli interventi strategici che vorrebbero creare un importante asse viario nord-sud attraverso la stazione ferroviaria. Ma, come ampiamente dimostrato in questi anni, il fattore giudiziario potrebbe essere di nuovo dirimente e bloccare ulteriormente, se vi saranno ricorsi, la riqualificazione di quei terreni. Osserveremo se il tempo sarà galantuomo.

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