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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Verso i quartieri, operative le modifiche allo statuto

Il Consiglio comunale ha approvato la proposta con il voto del Pd, contrario Sel. Tutta l'opposizione abbandona l'aula in segno di protesta per lo stravolgimento dei lavori

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Muoiono le circoscrizioni ma è più vicina la nascita dei nuovi quartieri. Il Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 6 marzo, durante la terza consultazione, ha approvato a maggioranza assoluta la proposta di modifica dello Statuto comunale. Si è espresso a favore il Pd, contrario Sel, assenti i consiglieri di minoranza. La votazione è avvenuta alla ripresa dei lavori del Consiglio, dopo una pausa di mezzora dovuta all'attesa dell'arrivo del sindaco Giorgio Pighi, impegnato a Roma; per le opposizioni invece, si è trattato di un ritardo dovuto all'assenza di alcuni consiglieri Pd, che in quel momento non avevano la maggioranza dei voti in aula. Da qui è scoppiata una bagarre verbale che si è conclusa con l'uscita di scena di tutti i consiglieri dei partiti di minoranza, indignati.

Nella prima votazione di qualche settimana fa, dove era richiesta una maggioranza qualificata, due terzi dei consiglieri, la delibera era stata respinta; approvata invece nella successiva consultazione e in quella di oggi, nelle quali era sufficiente la maggioranza assoluta. Diventano quindi operative le modifiche dello Statuto comunale che aprono la strada ai quartieri, dopo che una legge statale ha abolito le circoscrizioni nelle città con meno di 250 mila abitanti.

In particolare, le modifiche, illustrate in Aula nel corso della prima consultazione, riguardano il Titolo V dello Statuto, che non s’intitolerà più “Decentramento” ma “Partecipazione su base territoriale all’Amministrazione locale”. Il territorio sarà quindi suddiviso in quartieri le cui delimitazioni territoriali dovranno coincidere con i confini delle sezioni elettorali, ma sarà il Consiglio comunale a deciderne numero e denominazione. I Consigli di circoscrizione saranno sostituiti dai Consigli di quartier eche “costituiranno il primo riferimento sul territorio per cittadini, associazioni, organizzazioni del volontariato, comitati, realtà sociali, scolastiche, sportive e culturali”. L’elenco dei componenti, non più di 14, di ogni Consiglio sarà deliberato dal Consiglio comunale secondo un criterio rappresentativo degli esiti delle elezioni comunali nelle sezioni elettorali comprese nel territorio di ogni quartiere. I Consigli di quartiere resteranno in carica per un periodo corrispondente a circa la metà del mandato del Consiglio comunale e sarà il Regolamento a disciplinare tempi, modalità di individuazione e funzionamento degli organi del Quartiere. Lo Statuto, inoltre, in linea con i dettami legislativi, stabilisce che a componenti dei Consigli di quartiere e ai presidenti da loro eletti “non spetta alcuna indennità o gettone, nemmeno sotto forma di rimborso spese”.

In sede di dichiarazioni di voto, per il Partito democratico, Gian Domenico Glorioso ha ricordato la logica della legge dello Stato che ha abolito le Circoscrizioni, sottolineando “che a Modena le Circoscrizioni non sono state motivo di spreco, ma fonte di partecipazione vera e autentica alla vita democratica della città. Con questa modifica – ha aggiunto, citando la legge - non si aggirano le norme; la delibera rappresenta invece l’affermazione della scelta politica di mantenere in vita un organismo che in tutti questi anni ha consentito ai cittadini di partecipare”.

Per Sel, il capogruppo Federico Ricci ha evidenziato la posizione del suo gruppo contraria alla proposta ma favorevole al decentramento. “Vogliamo che ci sia ancora a Modena la possibilità di partecipazione attraverso il decentramento – ha rimarcato - Sappiamo che c’è una richiesta forte di partecipazione alle scelte democratiche, c’è bisogno di promuovere la partecipazione attiva e c’è bisogno di poter contare. Abbiamo però bisogno di nuove risposte per bisogni cambiati e di un percorso innovativo. Quindi non parteciperemo all’attività dei Consigli di quartiere”.

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