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Vittorio Sgarbi visita i chioschi: “La magistratura fermi i lavori”

Il senatore Giovanardi incassa il sostegno dell'eclettico Sgarbi, che perora la causa contro i chioschi in cemento nel parco delle Rimembranze: "Il parco è come una chiesa, non può essere violato. Se la magistratura non interviene è complice di associazione a delinquere"

Con fare determinato, anche se più compassato del solito, senza nessuna delle sue sfuriate che lo hanno reso famoso sul piccolo schermo, Vittorio Sgarbi ha fatto visita in tarda mattinata al parco delle Rimembranze di Modena, rispondendo all'appello del senatore Carlo Giovanardi (Ncd) che sta conducendo una dura battaglia contro gli ormai celebri chioschi. Sotto la pioggia scrosciante, il critico d'arte ha appurato di persona lo stato dei manufatti in cemento, per poi trasferirsi nell'ufficio del senatore per spiegare il proprio punto di vista sull'opera.

Un punto di vista quanto mai in linea con quello dei tanti detrattori modenesi e che per ammissione dello stesso Sgarbi è "stranamente concorde con Giovanardi, che a Modena attacca i comunisti e a Roma ci governa insieme". Ma oltre le battute, Vittorio sgarbi ha dichiarato con fermezza: “Si tratta di un intervento scandaloso, per il quale mi auguro che la magistratura intervenga immediatamente. Bisogna interrompere subito i lavori. Io stimo la Grifoni – ha aggiunto riferendosi all'architetto della Soprintendenza che ha autorizzato i lavori – ma qui ha fatto una cosa che non poteva fare. Non si poteva costruire in questo modo”.

Sgarbi ha poi approfondito le sue ragioni: “I concetti di riqualificazione urbanistica e valorizzazione commerciali sono incomprensibili se applicati ad un parco: il parco è per sua stessa definizione inviolabile, per cui è inconcepibile edificare chioschi in cemento. Il parco è come una chiesa. Lo spirito di tutela esclude categoricamente ogni forma di commercializzazione: si possono realizzare servizi o infrastrutture leggere per aumentarne la vivibilità, magari in legno, ma non queste utilità. Qui c'è una violenza fisica, come testimoniano quelle piastre di cemento che abbiamo visto”.

E proprio il legno diventa la soluzione progettuale rivalutata da Sgarbi: “La Soprintendenza chiamata a dare un parere ha dato la risposta che sembrava più conveniente alle utilità commerciali del singolo. No, è questo che è sbagliato. La Soprintendenza doveva dire: ve le faccio fare in legno. In tutto il mondo ci sono meraviglie di ricostruzioni in legno, mentre noi usiamo il cemento armato che tra l'altro ha una vita molto più breve, di solo 65 o 70 anni. In Italia il legno in edilizia si utilizza per il 3% - aggiunge Sgarbi – mentre la media nei paese europei è del 27%”.

"Il tema è che la legge non può essere così cieca per cui le carte sono più importanti delle cose reali – ha concluso il critico ferrarese - Il reato c'è e il Comune dovrà pagare per il tradimento della sua missione di tutela. Non c'è ragione di polemica, c'è solo un'amministrazione cieca. In questo caso la magistratura deve dirimere il diritto, non tanto trovare un colpevole. E se i giudici non intervengono sono dei delinquenti”.

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