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Salute

Già migliaia di donazioni per il Policlinico, modenesi uniti nel segno della solidarietà

Va a gonfie vele la campagna "Coronavirus - fondi per Policlinico Modena", nata meno di ventiquattr'ore fa sulla piattaforma GoFundMe. Così i modenesi si riconfermano campioni di solidarietà, obiettivo 100mila euro

Alla faccia di chi, dimentico d'ogni fiducia nel prossimo dice che le brave persone non esistono. Alla faccia di chi, ancorato ad un passato che sempre dipinge come fiorito, sostiene che internet sia un male della modernità. Alla faccia di chi pensa, e lo dico appropriandomi di una citazione non mia, che "solo a chi si sporca le mani è concesso il privilegio di avere una coscienza pulita". 

Agli occhi di questi arriva anche un documento firmato dal direttore amministrativo dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena Lorenzo Broccoli che recita "autorizzo l'uso delle coordinate bancarie di questa Azienda Ospedaliero-Universitaria, nel link GoFundMe da lei predisposto, per una raccolta fondi al fine di rafforzare le terapie intensive degli stabilimenti ospedalieri del Policlinico di Modena e dell'Ospedale Civile di Baggiovara, onde favorire e migliorare la cura dei cittadini colpiti dal Covid-19". 

Ma partiamo dal principio. In queste ore - sull'esempio di quanto fatto a livello nazionale - sono partite diverse raccolte fondi online per sostenere anche la sanità modenese. Fra queste una in particolare, denominata "Coronavirus - fondi per Policlinico Modena" sulla nota piattafomra GoFundMe ha riscosso in poche ore un grande successo.

Per chi non ne fosse a conoscenza, questa piattaforma prevede di creare e/o partecipare in modo sicuro a raccolte fondi. Chi decide di creare una raccolta, può scegliere di destinarla a sè oppure ad un ente; il che ovviamente - data la serietà del sito - è da specificare. Nel caso i fondi siano destinati ad un ente (che in questo caso era, fin dal principio, l'AUSL di Modena), l'unica cosa che rimane all'utente che crea la campagna è la soddisfazione: dal momento dell'avvio della raccolta fondi infatti, chi può materialmente accedervi è soltanto l'ente beneficiario della donazione.

Fatta questa premessa, raccontiamo cosa è accaduto nella nostra piccola, grande realtà. A Chiara, una giovane ragazza modenese, meno di ventiquattr'ore fa è venuta un'idea. Un'idea nobile, che lei stessa ci ha spiegato come all'inizio fosse destinata solo ai suoi amici. "L'idea era quella di fare una donazione all'ospedale (l'iban attivato eccezionalmente dall'AUSL di Modena fino a ieri non esisteva, ndr) in modo semplice e snello, per noi e per loro" spiega Chiara, sottolineando quanto intricato sia il regolamento antiriciclaggio che sorveglia le donazioni alle aziende ospedaliere. "Dopo aver creato la raccolta fondi, ho condiviso il link con i miei amici tramite messaggi. Qualcuno di loro, che sui social ha una visibilità maggiore della mia, lo ha condiviso su Instagram. Ma mai avrei immaginato che le donazioni sarebbero state così tante", continua.

Ci racconta, si racconta. Chiara ci spiega, quasi lusingata, di come sia stata importante la fiducia che inizialmente le è stata data anche da chi non aveva dimestichezza con questo genere di iniziative. Nelle sue parole, Chiara non condanna mai gli scettici: lei stessa, una volta realizzate le dimensioni che stava raggiungendo la raccolta fondi, si è mobilitata in prima persona per dare una garanzia a chi, più o meno lecitamente, ancora storceva il naso. Lei che nemmeno era tenuta a farlo.

E se gli scettici vanno compresi, il popolo di meschini odiatori è da ignorare. Anche se non è facile. E' strano come la cattiveria tenti di adombrare anche una storia fatta di luce: Chiara infatti ci racconta dei pesanti insulti ricevuti da alcuni utenti, che, indispettiti da una bontà d'animo che non riusciranno mai ad avere, la hanno tampinata di acide email. Alcuni hanno visto nella creazione di questo fondo una finalità pubblicitaria: cosa che, evidentemente, stride con l'anonimato che Chiara ha sempre mantenuto. Altri addirittura, inneggiando alla truffa, sono arrivati ad accusarla di aver utilizzato il nome di "Chiara CF" per emulare la nota influencer Chiara Ferragni e così raccogliere più soldi; quando, vi assicuro, caso vuole che quelli siano proprio il suo nome e le iniziali del suo cognome. 

Le poche righe dedicate a chi sa solo riempirsi la bocca di insulti, facciano riflettere chi dispone di un cervello e di un cuore, che -fortunatamente - sembra essere in netta maggioranza: in questo momento, ossia alle 20.45 del 10 marzo, i donatori sono più di 1.700. E il fondo ha superato quota 47.000 €. L'obiettivo è 100.000 €: serviranno a finanziare l'acquisto di respiratori per l'Ospedale Civile di Baggiovara e per ampliare il reparto di terapia intensiva del Policlinico di Modena. 

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