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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Halloween: curiosità e storie che si raccontano nel modenese

Un viaggio tra le storie di paura che si raccontano nel modenese in occasione della festa di Halloween

La festa di Halloween cade il 31 Ottobre, e ogni anno i negozi e le case si riempiono di zucche, maschere spaventose, streghe e pipistrelli; questa festa, così come la conosciamo oggi, nasce negli Stati Uniti nel XX secolo: durante la notte tra il 31 e il 1 Novembre i bambini, ma spesso anche gli adulti, girano di casa in casa mascherati da creature mostruose per il famoso rito del “dolcetto o scherzetto”.   

Le origini di Halloween

Halloween viene tradizionalmente collegata alla festa celtica di Samhain, una parola che deriva dall'antico irlandese e significa approssimativamente “fine dell'estate”: i Celti infatti, come molti altri popoli antichi, misuravano il tempo in base alle stagioni e ai cicli del raccolto, e Samhain era la festa che segnava il passaggio dalla fine dell'estate all'inizio dell'inverno e il momento per l’ultimo raccolto prima dell’arrivo della stagione fredda. Per questo motivo Samhain era la festa più importante per i celti e veniva considerata alla stregua del nostro capodanno.

Oltre a rappresentare un importantissimo momento di passaggio, secondo la tradizione celtica durante la notte di Samhain il velo che separa il mondo dei morti da quello dei vivi diveniva talmente sottile da poter essere “attraversato”: i morti potevano così tornare nel mondo dei vivi ed entrare in contatto con essi. La festa di Samhain era quindi anche un momento in cui celebrare ed onorare i propri cari defunti. Infine, fu importata in America grazie alle intense migrazioni irlandesi dell’800 verso gli attuali Stati Uniti, diventando nel tempo l’Halloween che oggi festeggiamo.

Storie di paura raccontate nel modenese ad Halloween

LA LEGGENDA DELLA CASA DELLE 100 FINESTRE. E' il luogo più inquientate della nostra Provincia e i giovani modenesi avranno sentito almeno una volta questa storia, e qualcuno avrà cercato anche di sfidare le ombre che l'avvolgono. Si tratta della "Casa dalle 100 finestre", una villa antica che si situa sulla Vignolese, dove si raccontao fatti strani. Alcuni testimoni parlano di sensazioni extratemporali, cioè una volta entrati  nell'abitazione il tempo si fermerebbe e una volta usciti si accorgerebbero che in realtà sono passate ore. All'origine di queste stranezze vi sarebbe la storia di un padre che, dopo un incidente in macchina, avrebbe seppellito i figli dietro la casa, e da lì si sarebbero create tutte le storie di fantasmi. La storia più originale non riguarda però paranormale o fantasmi, ma una particolare sfida che veniva fatta tempo fa all'interno della Casa: chi si è messo a contare le finestre la prima volta ne conta 100, ma se cerca di ricontarle saranno 99, poi di nuovo 100 e così via.

IL PONTE DEL DIAVOLO, IL LUOGO DEI RITI PAGANI. Il Parco del Frignano nascoste un monolito dalle fattezze inspiegabilmente enormi, conosciuto come Ponte d'Ercole, ma gli abitanti dei comuni vicini lo chiamano Ponte del Diavolo e dietro a questo nome di leggende se ne raccontano diverse. Secondo la leggenda più diffusa sarebbe stato il maligno a creare quel ponte di pietra, portando il monolite a valle, così da permettere ad un contandino di attraversare l'area che un tempo doveva essere occupata da un fiume, in cambio della sua anima. Tutto gioioso della nuova anima dannata, portando giù il monolite, non si accorse che stava arrivando l'alba e lui dovette scappare per non morire. Se la leggenda è leggenda, la storia questa volta sembra incuriosire di più, infatti secondo le ultime scoperte archeologiche la zona era abitata durante il I millennio a.C., infatti sono stati ritrovati attorno al ponte del Diavolo dei frammenti ceramici ed oggetti di ornamento, qui infatti si svolgevano antichi riti attorno a questo monolite ritenuto magico. 

IL BAULE DELL'INFERNO. Secondo una leggenda di Fanano una rocca dalla forma così simile a quella di un baule sarebbe il risultato di uno scrigno contenente un tesoro. La roccia si trova presso il torrente Leo, nelle vicinanze di un monte solcato da canaloni che nel tempo sono stati levigati dall'acqua. La storia del tesoro si trasferì da generazione in generazione, così un giorno, un gruppo di contadini della zona, stanchi della vita così dura, decisero di scoprire se effettivamente la roccia contenesse il famigerato tesoro. Armati di scalpelli e di vari utensili trovati in casa, giunsero presso il luogo tanto misterioso e inniziarono a scavare nella roccia, quand'ecco che essa si sgretolò davanti ai loro occhi e ne uscirono fiamme e strepiti, seguiti da un fumo nero che odorava di zolfo. I presenti furono catturati dalla paura, ma ormai avevano svegliato ciò che la roccia teneva nascosto al mondo dei vivi e infatti, si presentò ai loro occhi una grande nuvola che andò a formare la figura di un bue mostruoso, che li catturò e li scaraventò contro la roccia e prima di scoparire nel nulla, lasciò il segno dei suoi zoccoli su di essa. Quei segni sono ancora visibili, ma del tesoro e dei malcapitati non si ebbero più notizie.

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