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Le leggende e i miti ambientati nella bassa modenese

La bassa modenese è ricca di leggende, segreti e misteri che riguardano luoghi così vicini a noi, ma di storie così lontane nel tempo

Il miracolo della madonna dei Ponticelli

Il santuario affonda le sue radici alla fine del Basso Medioevo, precisamente al XV secolo, e se ne ha la prima citazione in uno scritto del 1519. Secondo tra la tradizione il santuario nacque lì dove nel XV secolo, una pastorella muta, cercando di ripararsi da un temporale, chiese aiuto alla vergine Maria perché l'aiutasse a non aver paura. La Vergine ascoltò la richiesta della fanciulla e le rispose: "Puttina, và a dire a tuo padre che venga a coprirmi, perché mi bagno." Questa corse dai genitori e disse: "Babbo, quella signora che è in quel muro, mi ha detto che andiate a coprirla, perché si bagna". I genitori furono sconvolti nel sentire la figlioletta parlare, e così raggiunto il luogo della visione eressero un santuario per ringraziare la Madonna del dono dell'udito e della parola. La leggenda è ancora forte oggi, e seppur il santuario sia stato ristrutturato e ricostruito diverse volte, a ricordarci delle sue origini è lo scultore veronese Salesio Pegrazzi, che un bassorilievo che illustra la leggenda, per poi porlo proprio sull'altare marmoreo inferiore. 

Leggende e fascino di Giovanni Pico della Mirandola

Il personaggio modenese più avvolto nel mistero, forse anche più di San Geminiano, è Giovanni Pico della Mirandola, appassionato a diverse arti e scienze, tra cui la magia. Egli ritiene che nella cabala sia una fonte di sapienza a cui attingere per decifrare il mistro del mondo e nella quale Dio appare oscuro e apparentemente irrangiungibile dalla ragione. Dalla cabala giunge alla magia e da qui la storiografia si mescola con la leggenda. Si dice che Giovanni Pico operassse attraverso simboli e metafore di una realtà assoluta che è oltre il visibile attraverso la conoscenza della struttura matematica.

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