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Daniele Quadrini scagionato da un incredibile Marco Paoloni

La procura di Cremona ha sentito uno dei personaggi chiave di tutta la vicenda del calcioscommesse, Marco Paoloni, il quale ha scagionato l'attaccante neroverde dichiarando di essersi finto suo amico. Però, rimangono ancora molti dubbi da chiarire

L’incubo per Daniele Quadrini sembra finito dopo che l’ormai leggendario Marco Paoloni, portiere del Benevento, sentito ieri dalla procura di Cremona per quasi sei ore, ha ammesso di aver incastrato il neroverde fingendosi suo amico.

Il motivo di tale bugia sarebbe stato quello di far credere ai propri creditori, tra cui Massimo Erodiani, di poter influire sui risultati di alcune partite con la garanzia di una amicizia. Oltre a Quadrini, Paoloni tirò in ballo anche Corvia del Lecce che attualmente non è indagato.

Fino a questo punto, nonostante la manifesta assurdità dell’intera vicenda, tutto fila liscio. Andando però ad analizzare alcuni aspetti non di poco conto, tutte le certezze fino a qui acquisite saltano in aria.

L’amicizia tra Quadrini e Paoloni. Per quanto si possa passare una vita intera a disquisire sul significato della parola “amicizia”, in questo caso tale termine sembra più incomprensibile che mai. Mercoledì 8 giugno l’avvocato di Quadrini, Giovanni Del Re, dichiara che il suo assistito non ha mai parlato con Paoloni sull’argomento scommesse. Solo un giorno più tardi lo stesso Quadrini, dopo essere stato sentito dalla procura di Roma, svelerà di aver parlato con Paoloni in quei giorni, di essere suo amico da 8 anni, da quando cioè giocavano insieme nel Teramo, e di trascorrere le vacanze insieme al portiere in Sardegna; ciò stona e non di poco con la dichiarazione di Paoloni: “ho finto di essere suo amico”.

Avvocati e procuratori. Un altro elemento che ci fa riflettere è che Quadrini e Corvia avrebbero in comune con Paoloni sia il procuratore sportivo che l’avvocato Ciardullo. Il fatto dunque che, a distanza di pochi giorni, le due vittime abbiano esposto denuncia alla procura di Roma e alla Federcalcio in merito agli stessi illeciti fa sorgere un po’ di curiosità, soprattutto in considerazione dell’inerzia di entrambe le autorità.

A ben guardare potrebbe sembrare che, scelto Paoloni come capro espiatorio, i soggetti abbiano cercato di chiudere nel migliore dei modi possibili il cerchio coprendosi l’un l’altro. Chissà cosa ne pensano a Cremona.
 

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