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Naufragato il progetto di Modena Volley, Catia Pedrini: "Ho sbagliato"

La presidente della società canarina ammette un errore di fondo alla base del progetto che ha unito uno spogliatoio "estroso" al carattere spigoloso del tecnico Stoytchev. Ma garnarisce: "Ripartiremo"

All'indomani dell'esonero di Radostin Stoytchev dalla panchina di Modena Volley, la presidente Catia Pedrini affida ad una breve lettera aperta le poprie riflessioni su quanto accaduto nel corso di una stagione per certi versi fallimentare. Un campionato che ha riservato una eliminazione nella seimifinale playoff - tutto sommato accettabile da un punto di vista sportivo contro i campioni in carica - ma soprattutto che ha fatto parlare più lo spogliatoio che il campo a causa dei rapporti costantemente tesissimi tra giocatori e il coach bulgaro.

"Da quando ho deciso di dedicare la mia passione alla pallavolo modenese, certamente questo è il momento più difficile - esordisce la Pedrini - Esattamente un anno fa, sfidando tante opinioni contrarie, ho pensato fosse possibile regalare un sogno a me stessa, alla città, persino alla tradizione sotto rete di un piccolo grande popolo.Ho immaginato di sommare, al servizio di una unica causa, la competenza di un eccellente allenatore e il talento di campioni straordinari. Non ha funzionato. Ho sbagliato. Mi assumo la piena e completa responsabilità di quanto accaduto".

Una Pedrini realista centra quindi il nocciolo del discorso, ovvero quella incompatibilità di fondo tra i modi di fare severi e rigidi del mister ingaggiato a inizio stagione e uno spogliatoio composto da talenti talvolta scapestrati e poco inclini alla disciplina ferrea di stampo bulgaro. "Questa sconfitta, perché di sconfitta, anche umana, si tratta, ecco questa delusione mi impone di confidare il mio rimpianto - aggiunge la presidente di Modena Volley - Ciò che sognavo, si è rivelato irrealizzabile. Ciò su cui ho scommesso, liberamente e sinceramente, non ha prodotto risultati. Mi dispiace. Io e i miei collaboratori non siamo riusciti a ripagare l’entusiasmo di una tifoseria sempre presente e sempre affettuosa. Ci sarà tempo per tradurre l’autocritica in progetto alternativo. Per ora dico a me stessa che i detrattori possono festeggiare. Catia Pedrini, versione femminile di Icaro, stupida anche in quanto donna, pretendeva scioccamente di volare troppo vicino al sole. E ho perso".

"Ma che ci volete fare? Non vi sembrerò normale, ma è l’istinto che mi fa volare - sdrammatizza la Pedrini, che rilancia - Ripartiremo. Ripartirò. Mi dispiace per Rado, forse la società che presiedo non è stata in grado di aiutarlo a capire fino in fondo la realtà di Modena e di sicuro la colpa è mia. Mi dispiace per i giocatori, forse dovevo ascoltarne il malessere prima dell’imbarazzante epilogo. Soprattutto, mi dispiace per la mia gente, per i nostri tifosi. Io sono colpevole, ho peccato di troppo amore. Ma una cosa voglio aggiungere, in coda. Solo chi cade può rialzarsi".

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