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Modena, Azionariato Popolare: "Se i tifosi fossero in società..."

Dopo le contestazioni, l'esonero di Marcolin e l'arrivo di Novellino, l'Azionariato Popolare pensa a come sarebbe la situazione se i tifosi fossero stati parte attiva e non meri "clienti" in questa stagione gialloblù

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

"La crisi del Modena FC è oggi talmente palese da rendere superflua qualsiasi analisi oltre a quelle già ampiamente fatte sui giornali e in televisione. È importante tuttavia sottolineare che si tratta di una crisi prima di tutto societaria, come dimostrano due fatti recenti: il silenzio stampa dopo la partita di Grosseto (oggi rientrato)e la contestazione dei tifosi, rivolta soprattutto contro la società, dopo la sconfitta con l’Empoli.

Questo non sarebbe successo se la dirigenza avesse considerato i tifosi come interlocutori e non come clienti (e clienti stupidi, verrebbe da pensare); se la dirigenza avesse coinvolto i tifosi nella vita della società, accettando serenamente i loro contributi e le loro legittime richieste di trasparenza e chiarezza; se, approfittando anche di un anno del Centenario che sta finendo ormai dimenticato da tutti, la dirigenza avesse attivato iniziative sul territorio per avvicinare sempre più persone non solo al Modena, ma più in generale ai valori etici e culturali che uno sport sano può ancora trasmettere; se la dirigenza non avesse agito a più livelli con lo scopo apparente di eliminare qualsiasi elemento modenese o comunque legato al territorio all’interno della società (sponsor, dirigenti, collaboratori, staff tecnico ecc.); se la dirigenza si fosse sforzata di preservare e consolidare a livello nazionale l’immagine e la tradizione del Modena FC e dei suoi tifosi.

Se anche solo alcuni di questi princìpi fossero stati perseguiti, siamo convinti che sarebbe stato possibile gestire la situazione odierna in maniera differente, e dunque aiutare tutti insieme la squadra ad uscire dal difficile momento che dura ormai da due mesi. Aiutare la squadra, sì. I giocatori, o alcuni di loro, avranno senz’altro sbagliato, ma non sono mai stati messi nella situazione tecnica, psicologica ed ambientale ideale per affrontare una stagione che per troppo tempo si è pensato sarebbe stata trionfale e priva di momenti difficili. Per questo pensiamo si debba rimanere ancora una volta vicini a chi indossa i nostri colori, pretendendo che faccia di tutto per onorare la maglia e i suoi cent’anni di storia."

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