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Dietrofront nella gestione delle Biblioteche, niente appalto per la coop bolognese

Per il Comune, nonostante i chiarimenti di "Le Macchine celibi", non si applica correttamente la clausola sociale, con pregiudizio per i diritti dei lavoratori. Gestione: ora si valuta "Open Group"

I principali elementi alla base della decisione del Comune di Modena sono relativi agli aspetti dettagliati nelle risposte ai chiarimenti richiesti a “Le Macchine Celibi” che evidenziano come l’offerta economica sia assorbita quasi interamente dal costo del lavoro con importi estremamente ridotti per le altre voci di costo (11.500 euro in tre anni per le attrezzature, 3.600 per gli oneri per la sicurezza, 11.500 euro per i costi generali) e margini economici esigui (30 mila euro di utile d’impresa) rispetto alla corposità e all'articolazione del servizio che viene appaltato.

Pur dichiarando la volontà di assumere tutto il personale a tempo indeterminato dell’attuale gestore e di farlo rispettando il contratto nazionale di lavoro, si prevede un risparmio sul costo del lavoro giustificato con un trattamento economico fortemente ridotto rispetto al calcolo della base d’asta non considerando, in particolare, l’anzianità di servizio e contando sull’azzeramento dei costi Irap. Una questione che contribuisce a determinare l’anomalia dell’offerta in quanto, secondo l’approfondimento giuslavoristico richiesto dal Comune, “rende fondata la pretesa dei lavoratori di vedersi riconosciuta dall'appaltatore subentrante l'anzianità di servizio maturata e questa, una volta accolta, renderebbe insostenibile il rispetto delle condizioni economiche oggi rappresentate da Le Macchine Celibi, le quali presuppongono appunto il mancato riconoscimento dell’anzianità maturata”.

I punti per i quali l’offerta presentata e le successive giustificazioni non successive giustificazioni non superano gli elementi di criticità che la rendono complessivamente inaffidabile sono quindi tre: il mancato riconoscimento della anzianità maturata dai singoli lavoratori assunti per effetto della clausola sociale, l’assenza di sostanziali elementi di discontinuità organizzativa e gestionale nell’avvicendamento tra i soggetti appaltatori (con un alto rischio di vertenze rispetto alla probabile configurabilità di un trasferimento di ramo aziendale), un piano economico con un margine ridottissimo dal quale dipende “la impossibilità di far fronte ad eventuali sopravvenienze negative conseguenti all’accoglimento delle azioni in giudizio”.

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