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Il centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari” compie 10 anni di successi internazionali

Nella giornata delle malattie rare festeggia i suoi dieci anni di attività il Centro dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che di portare ai pazienti rari e privi di alternative terapeutiche soluzioni efficaci per problemi medici gravi ha fatto la sua mission

Allo scopo di trasferire i risultati della ricerca scientifica avanzata verso una medicina personalizzata, il Centro ospita anche lo spin-off universitario Holostem, deputato alla produzione in GMP dei prodotti per terapie avanzate sviluppati dal CMR nonché alla implementazione di sperimentazioni cliniche di terapie avanzate con cellule staminali adulte sviluppate dalla ricerca universitaria. “Il solido background scientifico, gli straordinari risultati clinici ottenuti e la credibilità internazionale di Michele De Luca e Graziella Pellegrini, insieme alla serietà di Unimore, ci hanno convinti ad investire in questa realtà biotecnologica d’avanguardia che aveva bisogno del nostro know-how farmaceutico per industrializzare prodotti assolutamente innovativi sviluppati dai ricercatori” spiega Andrea Chiesi, Presidente di Holostem.

La Medicina Rigenerativa si occupa dello sviluppo di terapie innovative ed avanzate mirate alla ricostruzione di tessuti ed organi irrimediabilmente danneggiati. La integrità e la riparazione dei tessuti dipendono da una popolazione di cellule staminali adulte presente nei tessuti stessi ed in grado di autorinnovarsi. La Medicina Rigenerativa richiede quindi una profonda conoscenza della biologia delle cellule staminali e lo sviluppo di tecnologie che consentano il loro mantenimento in coltura e la loro applicazione clinica (terapia cellulare). Nel caso di malattie genetiche, le cellule staminali richiedono la correzione del difetto genetico prima della loro applicazione clinica (terapia genica).

Alcune terapie sviluppate dal CMR sono riuscite a conquistare un posto di primo piano nel campo della medicina rigenerativa, facendo di Unimore, di Modena e della Regione Emilia-Romagna un punto di riferimento internazionale, come dimostrano gli oltre 200 inviti a convegni internazionali, oltre 120 seminari e corsi tenuti in tutta Italia e nel mondo, i 19 premi vinti e gli oltre 600 articoli e servizi radiofonici e televisivi su media locali, nazionali e stranieri.

 “Le nostre colture di cellule staminali limbari per la ricostruzione della superficie corneale, sviluppate dalla ricerca universitaria e industrializzate da Holostem – spiega la professoressa Graziella Pellegrini, coordinatrice della Terapia cellulare del CMR – sono diventate, nel 2015, il primo prodotto medicinale per terapie avanzate a base di cellule staminali autorizzato dall’ Agenzia Europea del Farmaco (EMA)  e oggi Holoclar viene applicato in molti ospedali europei per trattare con successo gravi ustioni della cornea”.

Accanto alla terapia cellulare, i risultati ottenuti con la terapia genica hanno fatto il giro del mondo, grazie alla terapia salvavita di un piccolo “bambino farfalla che nel 2017 ha guadagnato la copertina di Nature, dimostrando per la prima volta che l’intera rigenerazione dell’epidermide è regolata da un piccolo pool di cellule staminali epidermiche “long-lived” in grado in grado di permanere stabilmente nell’individuo, che generano continuamente pool di progenitori ‘short-lived’ che si differenziano nel tessuto da rigenerare.

Il centro ospita anche, dal 2010, il Centro Interdipartimentale Cellule Staminali e Medicina Rigenerativa, accreditato presso la Regione come laboratorio di ricerca industriale della Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna e membro fondatore del Clust-ER Industrie della salute e del benessere.

Grazie ad un importante progetto POR-FESR sullo sviluppo della terapia genica finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, che ha coinvolto anche il Centro Interdipartimentale di Ricerche Genomiche di Unimore, la Clinica dermatologica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e alcune imprese (Holostem, Chiesi Farmaceutici e JSB), si è creata una solida e fruttuosa collaborazione che ha consolidato l’eccellenza del polo modenese nel campo dell’Epidermolisi Bollosa (EB), meglio conosciuta come malattia dei “bambini farfalla” per la fragilità della loro pelle.

Da questa collaborazione è nato l’ambizioso progetto di creare a Modena un EB-Hub, in grado di prendersi carico dei pazienti EB dalla diagnosi alla terapia genica, coordinando i principali centri clinici europei esperti della patologia da coinvolgere nelle sperimentazioni cliniche e lavorando in stretto raccordo con le strutture sanitarie territoriali di riferimento per i pazienti.

Ad oggi nel progetto sono stati arruolati più di 60 pazienti, di cui si sono raccolti e correlati dati genetici, clinici e biologico-molecolari.

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