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L'analisi | Conseguenze sociali del Covid-19. La storia a confronto

Come usciremo da questa situazione di emergenza? Come cambierà la nostra società? Ieri e oggi a confronto nell'analisi della Peste del '300

A quasi un mese dalla chiusura totale della Nazione  ci si interroga su quali saranno le ripercussioni economiche, sanitarie, politiche ma anche sociali. Ci si domanda se questa crisi che abbiamo vissuto e che probabilmente vivremo ancora, in forme più lievi, per molto tempo, porterà modifiche sostanziali nella nostra società e nei nostri costumi.

Per cercare di capire meglio il fenomeno sociale, che generalmente risulta più visibile in un arco cronologico più ampio, faremo riferimento a situazioni similari e le rispettive conseguenze nella vita sociale di chi le ha vissute, in particolare ci confronteremo con la peste del ‘300: la peste nera, conosciuta anche come peste bubbonica che fu una pandemia esplosa in Asia  nei primi anni del 1300 per poi diffondersi in Europa a partire dal 1346.

Questa pandemia così come altre che investirono le società nel corso della storia, provocò un mutamento profondo nell'Europa medievale modificandone i costumi, le credenze e i modelli culturali. Modifiche causate da un episodio violento ma che sul lungo periodo hanno portato a condizioni di vita migliori. Le numerosissime perdite in vite umane durante la Peste nera causarono infatti una ristrutturazione della società e una maggiore mobilità sociale degli individui. Il crollo demografico rese disponibile alla popolazione restante terreni agricoli e posti di lavoro remunerativi,  le corporazioni, per necessità, ammisero nuovi membri, cui prima era negata l'iscrizione e i salari nelle città aumentarono sensibilmente.

Il lavoro

Ma l’aspetto che più interessa a noi che stiamo vivendo la pandemia odierna, è sicuramente quello dell’inventiva. Ciò che accomuna le due situazioni, il coronavirus e la peste del ‘300, è riassumibile in poche parole: un senso di agitazione, la rabbia e l’antagonismo verso chi è ritenuto “untore” e portatore del morbo, ma anche un senso di creatività.

L'aumento del costo della manodopera, nel XIV secolo, richiese una maggiore meccanizzazione del lavoro, così il tardo Medioevo divenne un'epoca di notevoli innovazioni tecniche. Per citarne solo alcune, la riacquistata crescita nei commerci provocò lo sviluppo delle scienze bancarie e delle tecniche contabili. Alcuni studiosi sono soliti pensare che tra le innovazioni anche  l'evoluzione della tecnica delle armi da fuoco sia da ricondurre alla scarsità di soldati.

In simile maniera è ciò a cui lentamente stiamo assistendo anche noi oggi. Una modifica lenta ma graduale del mondo del lavoro, un adattamento alla situazione che stiamo vivendo. Quante aziende e industrie hanno modificato le loro attività per venire incontro alle esigenze del momento? Quanti datori di lavoro hanno modificato la dinamica del lavoro per andare incontro alle esigenze dei lavoratori tramite smart working? le persone si ingegnano, si reinventano. Palestre a casa tramite web, lezioni e lauree universitarie online e servizi al cittadino che si adattano.  Passaggi a volte scarsamente avvertiti da chi si ritrova coinvolto direttamente, ma che sicuramente in un modo o nell’altro avranno ripercussioni sulla nostra società futura.

La medicina

Nel lungo termine poi la peste fece sì che la medicina si svincolasse dalla tradizione galenica (la preparazione di farmaci e cure a partire da droghe grezze o sostanze chimiche).  Si iniziò, grazie alle bolle di Papa Sisto IV e Papa Clemente VII, a sezionare cadaveri, pur di scoprire le cause dalla malattia. La ricerca diretta sul corpo umano e degli studi anatomici ebbe un più grande impulso dopo la peste, un primo passo in direzione della medicina moderna e della scienza empirica. Secondo alcuni poi la peste scosse le certezze della fede che avevano dominato fino ad allora, vedendo in ciò un rapporto diretto tra la catastrofe della peste nera e il Rinascimento.

La società e commercio

Nel 1300 così come oggi le autorità sviluppano,  e nel caso della peste continuarono a farlo per i quattro secoli successivi, ordinanze e regolamenti atti a tentare di prevenire la diffusione del morbo. Per quanto riguarda la pandemia medievale, ogni qualvolta ci fosse un'avvisaglia di una nuova ondata, si prese l'abitudine di limitare i movimenti di merci e persone istituendo quarantene, certificati sanitari e migliorando le condizioni igieniche delle città.  Successivamente si crearono comitati o ufficiali sanitari provvisori. Ad esempio, Milano istituì un ufficio di sanità permanente nel 1450 e realizzò il lazzaretto di San Gregorio, progettato nel 1488.  Verso la fine del XVI secolo, Amsterdam istituì un servizio di rimozione dei rifiuti dalle strade, al fine di migliorare le condizioni igieniche nel tentativo di prevenire focolai epidemici.

Per quanto riguarda il commercio con gli altri paesi, la paura e il sospetto verso gli stranieri cambiarono i modelli commerciali del XIV secolo. Poca fiducia verso chi si ritiene portatore del virus. Una cosa che abbiamo sperimentato noi stessi ad inizio marzo e che inevitabilmente porterà a delle modifiche negli spostamenti futuri di persone per viaggi e merci. 

La Peste nera vide poi  un aumento sostanziale di aggressioni antisemite e xenofobe che portarono alla modifica delle relazioni con gli altri popoli. Si additavano gli uni o gli altri, miscredenti o stranieri, al solo scopo di trovare un capro espiatorio. Episodi di violenza simile non sono sconosciuti neppure a noi, basti pesare all’inizio della pandemia di coronavirus e tutta la rabbia verso i cinesi e gli orientali più in generale. O ancora a quella che pochi giorni dopo abbiamo sperimentato noi stessi sulla nostra pelle mentre gli altri stati puntavano il dito contro “gli italiani portatori del covid-19”.

Anche se la Peste del 1346  fu molto differente dalla pandemia di coronavirus di oggi, ci sono tuttavia alcuni vitali insegnamenti, che il medioevo ci ha lasciato, da tenere a mente e non dimenticare: in primis limitare, per molto tempo, la libertà di movimento e di azione della popolazione può provocare una reazione violenta. Per quanto tempo la nostra società, così abituata a muoversi e a spostarsi per il globo, ad avere relazioni esterne, resisterà alla quarantena e all’isolamento?  

In secondo luogo, oltre agli aspetti analoghi e  ai possibili risvolti comuni di alcuni elementi della società, come si è potuto vedere la rapidità di diffusione delle due pandemie è differente. Sicuramente nel ‘300 gli scambi con altri paesi e in particolare con l’Asia erano assai meno frequenti che al giorno d’oggi, motivo per cui nel XIV secolo ci vollero quasi 50 anni prima che il morbo si diffondesse in Europa, cosa invece avvenuta in appena 40 giorni nel 2020. Questo potrebbe significare due cose: che potremmo uscirne anche prima di come invece accadde nel Medioevo, vista anche la vasta gamma di tecnologie e medicine a nostra disposizione, oppure potrebbe ritorcesi contro, impedendoci di arginare completamente la circolazione del virus. 

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