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Tracciamento dei casi covid, la Regione assume personale da gennaio

In servizio nuovi operatori sanitari per potenziare il sistema regionale di monitoraggio dei possibili contagi. Per la sorveglianza sanitaria l'Ausl di Modena pensa di affidarla a medici di famiglia e pediatri

La Regione Emilia-Romagna punta a potenziare il sistema del tracciamento in Emilia-Romagna, anche attraverso l’assunzione del personale necessario. Una attività fondamentale per contrastare il virus. E in particolare nella scuola per garantire lezioni in presenza. Dai primi di gennaio, infatti, sarà rafforzata la rete dei sanitari che, nell’ambito delle azioni di contrasto alla pandemia da Civid-19, saranno impegnati a seguire la catena dei possibili contagi.

L’assessorato regionale alle Politiche per la Salute sta lavorando in tal senso, in attesa che si definisca, da parte della struttura del Commissario straordinario guidata dal generale Figliuolo, quale potrà essere l’apporto di personale militare che potrà essere impiegato sul tracciamento, anche in Emilia-Romagna.

"L’assunzione di personale - spiega l’assessorato - avverrà in deroga al blocco delle assunzioni deciso nell’ambito del confronto in corso fra tutte le Regioni e il Governo, al quale è stato chiesto di garantire a pieno la copertura dei costi di gestione della pandemia, in quanto attività direttamente collegata alla lotta al Covid-19, quindi non rientrante nel blocco. Allo stesso modo del personale impegnato nella campagna vaccinale, che la Regione sta ulteriormente rafforzando con terze dosi e fascia 5-11 anni".

Ancora non sono chiari, almeno per l'Ausl di Modena, i numeri di queste assunzioni. Tuttavia l'Azienda modenese sta ragionando su una soluzione per alleggerire il carico sul personale che si occupa della sorveglianza sanitaria dei pazienti covid a domicilio: l'idea è quella di decentrare l'attività, affindando ai medici di famiglia e ai pediatri di libera scelta. "Questo consentirebbe di utilizzare il personale per il tracciamento dei casi - ha spiegato oggi Antonio Brambilla, Direttore Generale Ausl - Non solo potremmo usare meglio le risorse, ma è comunque opportuno che la sorveglianza venga fatta nei distretti sanitari di residenza, dove si gestisce anche meglio". 

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