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Microaree per i nomadi, 123mila euro a una coop per mappare le situazioni famigliari

Conoscenza dei nuclei sinti e rom, ricognizione delle criticità per sviluppare azioni integrate col territorio. Assessora Pinelli: "L’obiettivo è creare inclusione e coesione sociale"

"Migliorare inclusione sociale e condizioni di vita, e al tempo stesso responsabilizzare e favorirne la piena partecipazione attraverso l’esercizio dei diritti e dei doveri di cittadinanza". L’amministrazione comunale di Modena intende procedere su questo doppio binario nei confronti delle comunità sinti e rom storicamente presenti sul territorio.

Sul territorio comunale è storicamente residente una numerosa popolazione sinta rappresentata da nuclei famigliari che vivono su aree comunali o di proprietà privata, diverse delle quali con problemi di adeguatezza tecnica e urbanistica o di convivenza tra nuclei, ammette il Comune stesso. Si tratta in particolare di 16 microaree o aree di sosta, di cui 15 pubbliche e una privata autorizzata, dove risiedono complessivamente 84 famiglie per un totale di circa 282 persone. Su talune è necessario verificare lo stato manutentivo, pianificare interventi, rivedere le concessioni a partire della ridefinizione degli accordi per l'utilizzo e la cura delle aree assegnate, mentre diverse aree sono interessate da procedimenti di abuso edilizio. C’è anche un’area sosta adibita alla sosta invernale degli esercenti dello spettacolo viaggiante residenti in piazza Tien An Men (15 famiglie per un totale di 48 persone) e agli altri esercenti autorizzati per il periodo dell’evento specifico. Infine, sul territorio comunale è presente un insediamento di famiglie rom in carico ai Servizi sociali per esigenze legate alla tutela dei minori, per le quali è urgente individuare adeguate soluzioni abitative.

“Nel corso degli anni – afferma l’assessora alle Politiche sociali e Integrazione Roberta Pinelli - sono state promosse azioni di avvicinamento ai servizi a sostegno di articolati percorsi di inclusione e si sono raggiunti buoni risultati rispetto alla frequenza scolastica e alla fruizione dei servizi sanitari. Sono stati attivati anche diversi percorsi in collaborazione col Servizio sociale territoriale di sostegno socio-economico e lavorativo, oltre che educativo nei confronti dei minori. Oggi è quanto mai necessario prestare attenzione alle problematiche connesse all’abitare riprendendo il percorso avviato da oltre un decennio con l’introduzione delle microaree, in conformità alla normativa regionale. La legge regionale 11/2015 individua, infatti, quattro assi fondamentali: abitare, salute, istruzione/formazione, lavoro. L’obiettivo che ci poniamo - continua Pinelli - è promuovere un’inclusione sociale duratura fondata su legalità, parità di trattamento tra i cittadini e responsabilizzazione, evitando la stigmatizzazione di gruppi e singole persone, per favorire invece la coesione sociale sul territorio”.

Nell’ambito di questa riflessione il Comune ha avviato una procedura negoziata per l'affidamento del “Servizio finalizzato a interventi socio-educativi e di accompagnamento all'inclusione sociale, con particolare riguardo all'asse abitare, rivolti a nuclei familiari con minori sinti e rom”. Tramite la gara, l’appalto è stato affidato alla ditta Open Group società cooperativa sociale onlus con sede a Bologna, con un importo netto pari a 123mila euro per interventi da programmare nel corso del corrente anno.

L’aggiudicatario dovrà "progettare e sviluppare azioni mirati all'inclusione e alla coesione sociale con particolare riferimento all'inclusione abitativa nel contesto territoriale". In particolare, “le azioni dovranno concorrere alla programmazione di politiche mirate al miglioramento complessivo delle condizioni di vita di questi cittadini, utilizzando un approccio che sappia co-progettare con loro e con la comunità scenari possibili di integrazione”, stabilisce il capitolato di gara.

In particolare, gli interventi, superando l’ottica assistenzialistica, dovranno essere di diverso tipo. Rivolti, in primo luogo, alla conoscenza dei nuclei e dei contesti in cui vivono e attuati in raccordo coi servizi, la città, l’associazionismo e il terzo settore in ottica d’integrazione e condivisione con il territorio. Devono, inoltre, essere finalizzati a educare all’abitare sia sotto il profilo della ricognizione delle problematiche delle aree che sotto il profilo gestionale di verifica degli accordi di concessione e conduzione e a un supporto tecnico, in stretta collaborazione con i Settori comunali competenti, per quanto riguarda la manutenzione delle microaree. Devono essere infine orientati al sostegno socio-educativo con progettualità a favore delle singole famiglie per sostenere percorsi di inclusione scolastica, sociale, lavorativa e di formazione professionale che dedichino particolare attenzione all'infanzia e ai giovani che, attraverso il proprio processo di crescita, possono indurre riflessioni, cambiamenti e nuove prospettive.

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